2012/09/28

Raffaello towards Picasso - stories of glances, faces and figures




    Claude Monet  "The Reader" also known as   
       "Springtime" 

     "Primavera" di Claude Monet 



                                                             Palladian Basilica



From October 6, 2012, after a restoration that lasted five years, the beautiful Palladian Basilica in Vicenza will host an exhibition entitled "Raffaello towards Picasso - Stories of glances, faces and figures." Until January 20, 2013, visitors can admire a hundred masterpieces of art of extraordinary beauty, from the greatest museums of the   world that tell the story of portrait and figurative art from the fifteenth century to the late twentieth century. Artist such as Botticelli, Mantegna, Giorgione, Dürer, Rubens, Caravaggio, El Greco, Velasquez, Van Dyck, Monet and many others find space in the exhibition which is divided into four thematic sections: “Religious sentiment”, “The nobility of the portrait”, “The daily portrait” and “The twentieth century”.



   Interior view of the  Basilica under restoration
   Interno della Basilica durante il restauro

Dal  6 ottobre 2012, dopo un restauro durato cinque anni, la bellissima Basilica Palladiana di Vicenza ospiterà una mostra intitolata “Raffaello verso Picasso – Storie di sguardi, volti e figure”. Sino al 20 gennaio 2013 i visitatori potranno ammirare un centinaio di capolavori provenienti dai musei di  tutto il mondo che raccontano la storia del ritratto e della figura dal Quattrocento alla fine del Novecento.   Artisti come Botticelli, Mantenga, Giorgione, Durer, Rubens, Caravaggio, El Greco, Velasquez, Van Dyck,  Monet e molti altri  trovano spazio nella mostra che è divisa in quattro sezioni tematiche: sentimento religioso; la nobiltà del ritratto; il ritratto quotidiano; il Novecento.


While in Vicenza and weather permitting, I suggest a nice bike ride to the small and elegant village of Costozza di Longare. Along the safe and enjoyable bike path “Renato Casarotto”  you get to Costozza after about 10 km. If you want to rent a bike you can contact “Zeppelin”, “Jonas” or simply the City of Vicenza (see Vicenza.com). The route starts in Vicenza, in the vicinity of “Arco delle Scalette” near Piazzale Fraccon and following the course of the Bacchiglione River you arrive at Costozza, also called “The Pearl of the Berici”. On the bike path, after about 1 km from the start and on the right, you'll admire the famous Villa Capra, known as "La Rotonda". Along the way you can stop at the "Pasticceria Farisato", which is not far from the bike path, for an excellent coffee and some delicious patisserie.





"La Rotonda"  


Se venite a Vicenza per visitare la mostra, tempo permettendo, vi suggerisco una piacevole passeggiata in bicicletta fino al signorile e riservato borgo di Costozza di Longare. Percorrendo la pista ciclabile “Renato Casarotto”, il cui tracciato è sicuro e gradevole, si arriva a Costozza dopo circa 10 km. Per noleggiare le biciclette potete rivolgervi a “Zeppelin”,  a “Jonas” o semplicemente al Comune di Vicenza (vedi Vicenza.com). Il percorso prende avvio a Vicenza, nelle vicinanze dell’ Arco delle Scalette nei pressi di Piazzale Fraccon e praticamente seguendo il fiume Bacchiglione si arriva al piccolo borgo di  Costozza, detta anche “La perla dei Berici”. A circa 1 km dall'inizio della pista e sulla destra, potrete ammirare la stupenda Villa Capra, detta "La Rotonda". Se avete voglia di un buon caffè,  magari anche di un delizioso dolcetto, fermatevi alla "Pasticceria Farisato", che si trova vicino la pista. 





  Costozza: The Vault - Il Volto 


Costozza is rich in natural caves called "covoli" from which the Romans extracted the white stone, the same also used by Palladio for his buildings.
The “covoli” are formidable natural cellars for the excellent wines of Costozza. The Counts da Schio, in 1800, gave impetus to the local wine production by introducing, from France, Cabernet and Pinot Noir grapes. Since 1912 the caves are also used for growing mushrooms. During World War II many of the caves in Costozza and throughout the Berici Hills were utilized as bomb refuges and to store supplies.


San Michele Church - 15th century

Costozza è ricca di grotte naturali chiamate “covoli” da cui gli antichi romani estraevano la bianca “Pietra di Costozza”, la stessa utilizzata anche dal Palladio per le sue costruzioni.
I covoli sono formidabili cantine naturali dove conservare gli eccellenti vini di Costozza.  I Conti da Schio, alla fine del 1800, diedero impulso alla produzione vinicola della zona, introducendo dalla Francia il Cabernet e il Pinot Nero.  In queste grotte, inoltre, si pratica la coltivazione dei funghi che il Conte Giulio da Schio iniziò nel 1912. 



Costozza has three villas, examples of the magnificence that this area had reached.

Villa Trento Carli has an effective method of natural ventilation. The Trento Counts, in fact, since 1500 diverted the fresh air from the caves to their homes  through ventiducts (underground  wind tunnels), creating, perhaps, the first air-conditioning system. The ventiducts channel the constant temperature  air  found in the caves and make it flow, for natural convection, to the cellars and rooms of the villas; in this way the temperature is warmer in winter and cooler in summer.
    

  Villa Trento Carli


Nel paese di Costozza si possono ammirare tre ville, esempi della sfarzosità che queste zone avevano raggiunto. 


Villa Trento Carli fruisce di un efficace metodo di aerazione naturale. I Conti Trento, infatti, sin dal 1500 deviarono l’aria fresca dalle grotte alle loro abitazioni tramite ventidotti, creando, forse, il primo sistema di aria condizionata. I ventidotti incanalano l’aria a temperatura costante che si trova nei covoli e la fanno fluire per convenzione naturale alle cantine e alle stanze delle ville; in questo modo la temperatura è più mite d’inverno e più fresca d’estate.   



Villa Trento Garzadori da Schio has a beautiful garden adorned with sculptures of Orazio Marinali. The villa consists of three separate buildings, at three different levels. Below is the residential villa, with ionic loggias and wooden ceiling, unique in Vicenza. To the right is Cà Molina whose facade combines elements of the eighteenth century with previous structures of the sixteenth century. The "villino superiore" is a small structure built in 1687 by Abbot Garzadori and known as the "Cave of Marinali" because the sculptor used it as a study for his work.
In springtime, specifically in the third weekend of May, the garden hosts a major exhibition of rare and unusual plants called “Villa da Schio in bloom”, which attracts many visitors.



  Villa  Trento Garzadori da Schio: The Garden - Il giardino  


Villa  Trento Garzadori da Schio  possiede uno splendido giardino abbellito da sculture di Orazio Marinali. La villa è costituita da tre distinte costruzioni, a tre diversi livelli. In basso c'è la villa residenziale, con logge ioniche e con soffitto di legno, unico nel Vicentino. A destra sorge Cà Molina con facciata che unisce elementi del ‘700 a precedenti strutture del ‘500. Incastonato nella roccia c’è il villino superiore, un piccolo edificio costruito nel 1687 dall’Abate Garzadori e conosciuto come la “Grotta del Marinali” in quanto lo scultore bassanese lo utilizzava come studio per il suo lavoro.
In primavera, e precisamente nel terzo week-end di maggio, il giardino ospita un’importante mostra mercato di piante rare e insolite denominata “Villa da Schio in fiore”, che richiama molti appassionati. 




Villa Aeolia is currently a very popular restaurant. Aeolia, also known as “The House of the Wind” for the frescoes dedicated to the god Aeolus, was once the guest house for the two principal villas of Costozza: Villa Trento Carli and Villa da Schio.
“Aeolus hic clauso ventorum / Carcere regnat / Aeolia” means: Aeolus is locked up in this prison and reigns here. If you open the door to the main cellar, in fact, the wind comes gusting out.

Galileo Galilei, the famous astronomer, while teaching mathematics, geometry and astronomy at the University of Padua in the years 1562-1610, had the opportunity to spend a period of time at the Villa, and in its wine cellars, as a guest of  Count Trento. According to his memoirs, from then   he suffered from rheumatisms.
The ventiducts of Villa Aeolia can be visited by prior arrangement.


   The Aeolia Restaurant



  The Aeolia wine cellar - La cantina di Villa Aeolia


Villa Aeolia è  attualmente un ristorante molto apprezzato. Aeolia, detta anche “La Casa del Vento” per gli affreschi dedicati al dio Eolo, era un tempo la foresteria delle due ville principali di Costozza, Villa Trento Carli e Villa da Schio. 

“Aeolus hic clauso ventorum / Carcere regnat / Aeolia” significa: Eolo è rinchiuso in questo carcere e vi regna. Se si apre la porta della cantina principale, infatti, il vento si sprigiona.
Galileo Galilei, famoso astronomo, insegnò matematica, geometria e astronomia presso l’Università di Padova negli anni 1562-1610 ed ebbe modo di trascorrere un periodo di tempo presso la Villa Aeolia, ospite del Conte Trento. Proprio nelle cantine della villa sembra abbia preso i reumatismi che lo perseguitarono poi per tutta la vita, come egli ricorda nei suoi memoriali.
I ventidotti dell’Aeolia si possono visitare, previa prenotazione.



Another place where you eat well in Costozza  is  “Il Volto”,   a family-run trattoria that I recommend for great food and a wide selection of wines. A must try is the pumpkin and truffle risotto. 

Also worth a visit is  the village’s old ice house now restored to be used as a restaurant and wine tasting bar called “La botte del covolo”. Many years ago this ice house was filled with the snow collected in the nearby fields through the hole on the top of the vault. The dome is perfectly spherical, and if you talk in the exact centre of the room, under the central opening, you hear the unnerving reverberations of your own voice. 


   Costozza's ice house - la ghiacciaia 

Oltre al rinomato ristorante Aeolia, a Costozza si mangia molto bene alla trattoria  “Il Volto”. Si tratta di un’accogliente trattoria a gestione familiare che  consiglio per gli ottimi piatti e l’ampia scelta di vini. Assolutamente da assaggiare è il risotto alla zucca e tartufo. 

A Costozza, merita una visita anche “La botte del covolo”, una caratteristica enoteca ricavata nella antica ghiacciaia del paese. Questa ghiacciaia, molti anni fa, veniva riempita di neve recuperata nei fossi e nei campi limitrofi, attraverso il foro ancora visibile sulla sommità della volta.  La cupola è perfettamente sferica e se si ferma a parlare nel centro esatto della sala, sotto il foro centrale, si avverte uno straordinario fenomeno acustico.



Fancy a roast pork a little unusual? Then try the roast pork with orange juice and braised shallots. I assure you that is fast, easy and full of flavour.

Here's what you need:

1 kg (2,2 lbs) boneless pork loin
5 tablespoons of extra virgin olive oil
8 shallots
½ cup filtered  orange juice
2 pieces of orange peel
1 bay leaf
3 tablespoons balsamic vinegar
1 tablespoon sugar
Salt and pepper

Peel the shallots, leaving them whole. Mix the orange juice, orange zest, vinegar and sugar and set aside. Tie the loin at some point to keep it in shape and put to cook in a saucepan on high heat, with the oil. Brown it on all sides, adding salt and pepper. Add the shallots and bay leaf and pour over the orange juice and other ingredients. Lower the heat, cover the pan and let it go on low heat for about 2 hours, checking regularly and turning the roast occasionally so as to flavour it. After this time the meat should be cooked to perfection. Remove it from the pan and increase the heat to thicken the sauce. Let cool the roast pork and then slice it with a long, sharp knife. Serve the pork together with its  hot sauce.



Avete voglia di un arrosto  un po’ insolito? Provate allora l’arrosto di maiale all’arancia con scalogni stufati. Vi assicuro che è facile, veloce e  ricco di gusto.

Ecco cosa occorre:

1 kg lonza di maiale
5 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
8 scalogni
½ bicchiere di succo d’arancia filtrato
2 pezzetti di scorza d’arancia
1 foglia di alloro
3 cucchiai aceto balsamico
1 cucchiaio zucchero
Sale, pepe

Mondate gli scalogni lasciandoli interi. Amalgamate il succo d’arancia, la scorza d’arancia,  l’aceto e lo zucchero e tenete da parte. Legate la lonza in qualche punto per mantenerla in forma e mettetela a cuocere in una casseruola sul fuoco vivo, irrorata di olio. Rosolatela da ogni lato, salate e macinate sopra del pepe. Aggiungete gli scalogni e  l’alloro e bagnate con il succo d’arancia e gli altri ingredienti. Abbassare il fuoco, coprite la casseruola  e lasciate andare a fuoco lento per circa 2 ore, controllando regolarmente la cottura e rigirando l’arrosto ogni tanto per farlo insaporire. Trascorso questo tempo l’arrosto dovrebbe essere cotto a puntino. Toglietelo dalla casseruola e alzate il fuoco per addensare il sugo. Lasciate raffreddare l’arrosto e affettatelo con un coltello lungo e affilato. Servite accompagnandolo con il suo sughetto ben caldo. 



Roast pork

2012/09/11

"La Via dei Berici" cross country race



La Via dei Berici”, the non-competitive cross country bike race is at its 19th edition. This year the event takes place on 6th and 7th October 2012 and in the latest editions the cyclists were more than 2,500. The organization is perfect, even thanks to the help of many volunteers, and the routes are spectacular and always different,  but perhaps the reason for this success is that the race is for charitable causes. All sums are, in fact, donated to charity and since 1993 well 224,000 euros have been collected.  “La Via dei Berici” is not just a race but also an opportunity to discover hidden  corners of the Berici Hills. There are two routes to choose from: one is about 45 km long and one about 20 km. The starting point is always in the area of Sant’Agostino in Arcugnano and the race winds through the hilly, forested paths of the nearby villages of Arcugnano, Perarolo, San Gottardo, San Vito, Brendola and Lake Fimon. 




   Starting point of the race - Il punto di partenza della gara

"La Via dei Berici", la corsa non competitiva di mountain bike è alla sua 19 ° edizione. L’appuntamento è per il 6 e 7 ottobre 2012 e nelle ultime edizioni i ciclisti iscritti sono stati circa 2.600. L'organizzazione è perfetta, anche grazie all'aiuto di molti volontari, i sentieri sono spettacolari e sempre diversi, ma forse la ragione di questo successo è che la gara è per cause benefiche. Tutte le somme, infatti, vanno donate in beneficenza e dal 1993 sono stati raccolti ben € 224.000. La competizione  non è solo una gara, ma anche un’occasione per scoprire angoli suggestivi dei Colli Berici. Ci sono due percorsi: uno lungo di circa 45 km e uno corto di circa 20 km. La partenza è sempre nella  zona Sant’Agostino di Arcugnano e  la gara si snoda tra i sentieri collinari e boschivi dei vicini paesi di Arcugnano,  Perarolo, San Gottardo, S. Vito, Brendola e Lago di Fimon. 

Not far from the race’s start is the beautiful Romanesque church of St. Augustine which was built by the Franciscans between 1322 and 1357 on existing buildings. The church is worth a visit for the remarkable artistic heritage it contains, including a 1404 polyptych of Battista da Vicenza and a wooden crucifix of the fifteenth century.


                   St. Augustine Church - the altar

Nelle vicinanze della partenza si trova la bella chiesa romanica dedicata a Sant’Agostino che fu costruita dai Francescani fra il 1322 e il 1357 su edifici preesistenti. L’interno, a navata unica, merita una visita per il notevole patrimonio artistico che contiene, tra cui un polittico del 1404 di Battista da Vicenza e un crocefisso in legno del Quattrocento.  



                 St. Augustine Church -  exterior view


Sant’Agostino is located in a valley to the south-west of the city of Vicenza. Once quiet, green and water-rich this valley is now heavily populated and marked by an extensive road network, as well as factories and warehouses. The good news is, however, that it only takes a few minutes from Sant'Agostino to reach the shady woods of the Berici Hills. The hills are incredibly beautiful: a little-known paradise. Here nature is virtually untouched and the countless trails, immersed in the green of the vegetation, are an invitation for relaxing walks.

In the area many restaurants and trattorias offer genuine local cuisine; simple foods that follow the seasons. In autumn, the black truffle, known as "scorzone", found on the eastern slopes of the Colli Berici, is used in the preparation of many tasty pasta and rice dishes. Almost all places in the area serve the truffle in various ways. I love the truffle risotto and just thinking about it makes my mouth water.



                                      Trail in the woods


La frazione di Sant’Agostino si trova in un valle a sud-ovest della città di Vicenza. Una volta verde e silenziosa e ricca di acque questa valle è oggi fortemente antropizzata e segnata da una fitta rete stradale, oltre che dai capannoni delle fabbriche. Ad ogni modo, di positivo c’è che in pochi minuti si possono raggiungere gli ombrosi boschi dei Colli Berici; un angolo di paradiso ancora poco conosciuto. Qui la natura è quasi incontaminata ed i numerosissimi sentieri, immersi nel verde, invitano a passeggiate rilassanti.  

I colli sono disseminati di  ristoranti e trattorie che offrono piatti tipici della cucina vicentina, cibi semplici che seguono l’andamento delle stagioni. In autunno il tartufo nero, detto “scorzone”, che viene trovato nel versante orientale dei Colli Berici, la fa da padrone nella preparazione di saporitissimi primi piatti. Quasi tutti i locali della zona lo propongono in vari modi. Io adoro il risotto al tartufo e solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca. 






 The truffle risotto that the Restaurant "Piccolo Mondo" serves

Il risotto al tartufo preparato dal Ristorante "Piccolo Mondo"  di Zovencedo (non vi sembra una delizia?)


                             Ducks at lake Fimon


Lake Fimon, embedded in the harmonious landscape of the Berici Hills, is really very small (0.67 sq km). The lake is a glacial remnant and in the area there have been finds from the Neolithic Age (10.000/9.000 B.C.) and the Bronze Age (3.500/1.200 B.C.).
Surrounding the lake there are meadows, cultivated fields and small wooded areas. The walk around the lake is completely flat and closed to traffic. Five kilometres of dirt road: an easy and nice quiet walk to accomplish especially in autumn with the fiery colours of the woods and the melancholy mists and in winter when the frost quietly transforms  the lake into a fairytale landscape.


Il Lago di Fimon è un laghetto veramente piccolo (0,67 kmq) incastonato nel paesaggio dei Colli Berici, a pochi chilometri da Vicenza.  Lo specchio d’acqua è un residuo glaciale e nella zona ci sono stati dei ritrovamenti risalenti al Neolitico (10.000/9.000 A.C.) e all’età del Bronzo (3.500/1.200 A.C.).
Circondano il lago prati, campi coltivati e piccole aree boschive. La passeggiata intorno al lago è completamente pianeggiante e chiusa al traffico. Cinque chilometri su stradina sterrata: una facile e tranquillissima passeggiata bella da compiere soprattutto in autunno con i colori infuocati dei boschi e le nebbie malinconiche ed in inverno quando il gelo silenziosamente trasforma il lago in un paesaggio da fiaba.



                              
Today I’ll cook risotto! Not a truffle risotto, just a simple risotto made ​​with shallots and white wine. I assure you it’s excellent, but first we must make the broth because for a good risotto you need a good broth. 


½ kg beef (ask your butcher for the suitable cut of meat)
¼ chicken
1 carrot
½ onion
1 stalk of celery

Peel the carrot and the onion and wash the celery. Rinse the meat and the chicken under running water, taking care to remove any bits of bone and dab it with a paper towel.
Put all ingredients in a large pot with high sides and cover with cold water, season with salt and slowly bring to a boil. Skim (with a slotted spoon remove from the surface of the water the foam that is formed), lower the heat and cover. Let simmer gently for 2-3 hours (until meat is cooked) turn off the heat and let cool. Take out the meat and strain the broth.

Preparing a good meat broth means having a base that is ready for many excellent dishes: a good risotto, soups and many other main dishes.

If you want a good broth, put the meat into the pot when the water is still cold, if you want the meat to be good and tasty, when the water is hot.


Oggi cucino il risotto! Non con il tartufo, solo un risotto semplice fatto con lo scalogno e del vino bianco. Vi assicuro che è buonissimo, ma prima bisogna fare il brodo perché per un buon risotto ci vuole un brodo buono.


½ kg cappello del prete o muscolo (manzo)
¼ di gallina
1 carota
½ cipolla
1 costa di sedano

Mondate la carota, la cipolla e il sedano. Sciacquare la carne e la gallina  sotto acqua corrente facendo attenzione a rimuovere eventuali schegge di osso e tamponarla con carta da cucina.
Mettere tutti gli ingredienti in una pentola capiente e con bordi alti e coprire con acqua fredda, regolate di sale  e portare lentamente a bollore. Schiumare (togliere con un mestolo forato, dalla superficie dell’acqua, la schiuma che si viene a formare). Abbassare la fiamma e coprite. Lasciate sobbollire dolcemente per 2-3 ore (finché la carne è cotta) spegnete il fuoco e lasciare raffreddare. Prelevate la carne e filtrate il brodo.

Preparare un buon brodo di carne significa avere una base pronta per molti piatti eccellenti: un buon risotto, ovviamente le minestre, ma anche molti secondi piatti.

Se si vuole un buon brodo, la carne si mette quando l'acqua è ancora fredda, se si vuole un buon lesso, quando l'acqua è calda.

 




White risotto (for 4 persons)

1 shallot
4/5 tablespoons of extra virgin olive oil
400 g (about 2 ½ cups) of rice vialone nano  (round shape medium length grain)
1 glass of white wine
Beef broth
1 teaspoon vegetable stock granules
1 knob of butter
grated Parmesan cheese

Peel the shallot, chop it finely and put it in a pan with the olive oil on a low heat for about 5 minutes. Turn off and set aside.
Keep the broth for the risotto warm over a low heat.
Prepare the rice and discard any impurity. The Vialone Nano rice must never be soaked or rinsed before cooking.
Put a little oil in a low and wide pan, which favours an even cooking, and toast the rice on high heat for about 2 minutes, stirring constantly with a wooden spoon. Pour in the wine, preferably hot. Lower the heat and continue to cook the risotto by adding two ladles of broth and let evaporate, stirring constantly. Add the shallot mixture,  a teaspoon of vegetable stock granules and a ladle of broth and let evaporate, stirring. Continue to add two ladles of broth from time to time until the rice is almost cooked (about 13/15 minutes from when you first added the broth, but it would be better to taste the rice every now and then). After the last ladle of broth is blended, turn off the heat, add the butter and the grated cheese, mix well and thoroughly. Cover with the lid and let stand for 2 minutes before serving.


                                  Making risotto

Risotto  bianco  (per 4 persone)

1 scalogno
4/5 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
400 g  (circa 2 ½ bicchieri) di riso vialone nano
1 bicchiere di vino bianco
Brodo di carne
1 cucchiaino di dado vegetale granulare
1 noce di burro
Parmigiano grattugiato

Mondate lo scalogno, tritatelo finemente e mettetelo ad appassire a fuoco basso in una padella con l’olio per circa 5 minuti. Spegnete e tenete da parte.
Mettete sul fuoco il brodo che userete per il risotto e mantenetelo in caldo a fuoco basso.
Mondate il riso per eliminare eventuali impurità, ma non lavate mai il riso.  
Ungete d’olio una casseruola bassa e larga,  che favorisce una cottura omogenea, e  tostate il riso a fuoco vivace  per circa 2 minuti mescolando in continuazione con un cucchiaio di legno. Sfumate con il vino, possibilmente caldo.  
Abbassare la fiamma e procedete a cuocere il risotto aggiungendo due mestoli di brodo caldo e fatelo quasi sfumare tutto, sempre mescolando. Aggiungete il soffritto, un cucchiaino di brodo vegetale granulare  e un mestolo di brodo e fate sfumare, mescolando. Continuate ad aggiungere di volta in volta due mestoli di brodo e fate sfumare fino a quando il riso è quasi cotto (circa 13/15 minuti da quando bagnate con il brodo, ma è buona regola assaggiare di tanto in tanto). Dopo che l’ultimo mestolo di brodo è sfumato, spegnete il fuoco, aggiungete il burro e il formaggio grattugiato, mescolare bene e a fondo. Coprire con il coperchio e lasciare riposare per 2 minuti prima di servire.   


2012/09/02

Heat waves


I don’t know why but number “7” has always been my favourite number.
Since ancient times, this number was considered the symbol of magic and religious perfection, because it was linked to the fulfilment of the lunar cycle.

In history, religion, geography and everyday life the number “7” appears often: the kings of Rome, the capital vices, the wonders of the world, the days of the week, etc.

Now, this hot summer has given us even the “seven African anticyclones”, which have affected Italy since early June creating the most severe drought of the past decade. Their names, in order of “appearance” are: Hannibal, Scipio, Charon, Minos, Nero, Caligula and Lucifer. The names have been suggested by people through internet surveys and refer to generals and emperors of ancient Rome, mythological and Dante’s Inferno characters, the devil. All, in one way or another, remind us of the heat, the fire, the flames, of hell.

The long-awaited rain has finally arrived and the weather has cooled  a lot. Tonight, August 31, I hope to be able to  observe  the "blue moon" as the sky is quite cloudy. For several decades, the second rising of the full moon within the same month is called a "blue moon"; it is not, therefore, a moon bluer than usual. Two full moons in the same month is an anomalous event, but not extraordinary, as it occurs about every three years. The next “blue moon” will be in July 2015.



          August 31st, 2012, The "blue moon" in a cloudy sky  
                        La "luna blu" nel cielo nuvoloso

Non so perché ma da sempre il mio numero preferito è il  “7”.
Fin dall’antichità questo numero fu considerato il simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare.

Nella storia, nella religione,  nella geografia e nella  vita di tutti i giorni il numero “7” ricorre spesso, basti pensare a: i re di Roma, i vizi capitali, le meraviglie del mondo, i giorni della settimana, ecc.

Ora, quest’estate bollente ci ha regalato anche i “7 anticicloni africani”, che da inizio giugno hanno interessato l’Italia creando la più grave siccità degli ultimi dieci anni. I loro nomi, in ordine di “apparizione” sono: Annibale, Scipione, Caronte, Minosse, Nerone, Caligola e Lucifero. I nomi sono stati suggeriti dalla gente attraverso sondaggi internet e si riferiscono a generali e imperatori dell'antica Roma, personaggi mitologici e Danteschi, il diavolo. Tutti, in un modo o nell’altro, ci ricordano il calore, il fuoco, le fiamme, l’inferno.   

Sono finalmente arrivate le tanto attese piogge e il clima si è rinfrescato parecchio. Stasera, 31 agosto, spero di poter osservare la “luna blu” visto che il cielo è piuttosto nuvoloso. Da alcuni decenni la seconda luna piena di un mese viene chiamata “luna blu”; non si tratta,  quindi, di una luna più azzurra del solito. Due pleniluni nello stesso mese è un evento anomalo, ma non eccezionale, dato che si verifica ogni tre anni circa. Il prossimo evento sarà nel luglio 2015.





The change in the climate has made me want to turn on the oven and bake one of my favourite foods without fear of melting in the kitchen. I want to prepare the delicious  “Parmigiana di melanzane” that all my family loves. 

I do it like this:

2 large eggplants
1 cup of tomato purée
½ onion
4/5 tablespoons of extra virgin olive oil
250 g mozzarella or scamorza cheese
100 g parmesan or grana padano cheese
Oregano

Cut of the stem of the eggplants, wash and cut into slices about 1 cm thick. I prefer the round eggplants because they’re more tender and sweet.  Put the slices in layers in a colander and sprinkle each layer with cooking salt. Put on a plate with a weight and let stand for at least 1 hour, so that they can expel their bitter brown liquid. Rinse the slices under running water and dry them well. Cook the slices on a hot griddle for about 1 minute per side. The eggplant should soften but not darken. For lack of time, I have prepared more than once the "Parmigiana" without performing the operation with the cooking salt and I must say that the result has always been good. If you also skip this step, remember to lightly salt the eggplant once cooked.
In the meantime prepare the sauce by cooking the onion with the oil on low heat for a few minutes. Add the tomato purée and some hot water. Let cook on low heat till the sauce thickens. Turn off the heat, add salt and 4/5 basil leaves.

Cut the mozzarella into slices and if you are using a “Fior di Latte” mozzarella let its water leach out by putting the slices in a colander for at least 10 minutes. Dab the mozzarella slices with a kitchen towel to remove any surface moisture. It would be better to use a firmer low moisture  mozzarella or even scamorza cheese (not smoked). Grate about 100 g of parmesan or grana padano cheese.
Now take a baking dish and spread some sauce evenly on the bottom, add a layer of eggplant, aligning them side by side. Cover with some sauce, spread a few slices of mozzarella and a sprinkling of parmesan cheese. Continue with another layer of eggplant etc. until all the ingredients are finished. The last layer of eggplant is seasoned only with the sauce and parmesan cheese. I usually like to sprinkle some oregano over the last layer.
Put in a preheated oven at 200 ° C for about 30 minutes. Let stand at least one hour before serving. The "Parmigiana" is also excellent cold and I’d say maybe better the next day after the magic melding of flavours. 


                  Preparing parmigiana di melanzane 

Con quest’arietta fresca ho voglia di riaccendere il forno e cuocere uno dei miei cibi preferiti senza paura di squagliarmi in cucina. E si.., voglio proprio preparare la mitica “parmigiana di melanzane”: una delizia che piace proprio a tutti!


Io la faccio così:

2 grosse melanzane (io prediligo quelle rotonde che sono più morbide e dolci)
1 tazza di passata di pomodoro
½ cipolla
4/5 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
250 g mozzarella compatta o scamorza (non affumicata)
100 g parmigiano
Origano

Spuntate le melanzane, lavatele e tagliatele a fette spesse circa 1/1,5 cm. Mettete le fette a strati in uno scolapasta e cospargete ogni strato di sale grosso. Poggiate sopra un piatto con un peso e lasciate riposare per almeno 1 ora, in modo che possano espellere il loro liquido amarognolo. Sciacquatele sotto l’acqua corrente e asciugatele bene.  A  questo punto cucinate le melanzane sulla piastra  calda  per circa 1 minuto per lato. Le melanzane dovranno ammorbidirsi ma non scurirsi. Per mancanza di tempo, io ho preparato più di una volta la “Parmigiana” senza effettuare l’operazione con il sale grosso e devo dire che il risultato è sempre stato buono. Se saltate anche voi questo passaggio, ricordatevi di salare leggermente le melanzane dopo averle cotte.

Mentre le melanzane sono sotto sale preparate il sughetto, facendo soffriggere la cipolla con l’olio per alcuni minuti a fuoco dolce. Aggiungete la passata di pomodoro e un po’ d’acqua calda e, sempre a fuoco dolce,  fate addensare il sugo. Spegnere il fuoco, salate  e aggiungete 4/5 foglie di basilico spezzettate con le dita.

Tagliate la mozzarella a fette e, se è del tipo “fior di latte”, fate perdere l’acqua di conservazione per bene. Meglio sarebbe utilizzare una mozzarella a pasta più compatta o addirittura una scamorza non affumicata. Grattugiate circa 100 g di parmigiano o grana. Ora prendete una pirofila e stendete del sugo sul fondo, fate uno strato di melanzane, allineandole una a fianco dell’altra. Coprire con il sugo, distribuire alcune fette di mozzarella e una spolverizzata di grana. Continuate con un altro strato di melanzane ecc. fino ad esaurimento degli ingredienti. L’ultimo strato di melanzane sarà condito solo con il sugo e il formaggio grana. Di solito io ci cospargo anche una manciata di origano. Mettere in forno già caldo a 200° C per circa 30 minuti. Lasciare riposare almeno un’ora circa prima di servire. La “Parmigiana” è ottima anche fredda. 


                Succulent parmigiana di melanzane