Once upon a time lived a sweet dwarf princess. Her house was a
beautiful villa on a hill not far from Vicenza. She lived secluded there with her
17 dwarf servants because her father didn’t want her to know she was different.
The villa was located far from the other houses and it
was surrounded by a high stone wall. The servants were to make sure that the
princess never met or saw other people, but one day as she was looking out of
her window she saw a handsome prince walking in the villa’s garden. Realizing
her disability she threw herself from the window and died. Grief and remorse
literally petrified the poor servants who, from the perimeter walls of the villa, still mourn their unfortunate
princess.
This legend is associated with Villa Valmarana ai nani which is not far from the more famous villa "La Rotonda". The villa gets the name "ai nani" (at the dwarfs) from the scupltured dwarfs with eighteenth-century clothing, lined up on the perimeter walls of the villa. No one knows the real story of the dwarfs; perhaps a dwarf child used to live in the villa years ago and the stone dwarfs were the play mates.
Since the eighteenth century this charming villa is inhabited by the Valmarana family. The complex counts three buildings: the villa (manor), the guest house and the stables. In 1757 Count Giustino Valmarana invited Giambattista Tiepolo, magnificent interpreter of the Venetian eighteenth century art, and his son Giandomenico to fresco rooms in the villa and in the adjoining guest quarters, the so-called “foresteria”. Giambattista frescoed the vestibule and four groundfloor rooms, while his son executed the decoration in the guest house. The frescoes are an irresistible attraction for all art lovers and are considered by experts to be the top expression of Italian painting of the eighteenth century.
Since the eighteenth century this charming villa is inhabited by the Valmarana family. The complex counts three buildings: the villa (manor), the guest house and the stables. In 1757 Count Giustino Valmarana invited Giambattista Tiepolo, magnificent interpreter of the Venetian eighteenth century art, and his son Giandomenico to fresco rooms in the villa and in the adjoining guest quarters, the so-called “foresteria”. Giambattista frescoed the vestibule and four groundfloor rooms, while his son executed the decoration in the guest house. The frescoes are an irresistible attraction for all art lovers and are considered by experts to be the top expression of Italian painting of the eighteenth century.
After visiting the villa you can follow the
road that leads under the wall lined with the stone dwarfs and continue uphill for Monte Berico.
"Il sacrificio di Ifigena"
C'era una volta una dolce principessa nana.
La sua casa era una bella villa su una collina nelle vicinanze di Vicenza. Viveva
segregata lì con 17 servitori nani perché suo padre non voleva che lei sapesse della sua diversità. La villa si trovava
lontana da altre abitazioni ed era circondata da un alto muro di pietra. I
servitori dovevano fare in modo che la
principessa non incontrasse o vedesse altre persone, ma un giorno, mentre la
principessa stava guardando fuori dalla finestra, vide un bel principe camminare
nel giardino della villa e, rendendosi conto della propria deformità, si gettò dalla finestra e morì. I poveri nani divennero
di pietra dal dolore e ancora oggi piangono la loro sfortunata principessa
dall’alto delle mura della villa.
Questa leggenda è associata a Villa Valmarana
ai Nani, che si trova a pochi passi dalla più famosa villa “La Rotonda ”. Il nome deriva dalle statue di nani che decorano la recinzione della villa. Non si conosce la vera storia dei nani; forse una bimba nana viveva lì molti anni fa e le statue erano compagni di gioco. Dal XVIII secolo questa incantevole villa è
abitata dalla famiglia Valmarana. Il complesso conta tre edifici: la villa
(casa padronale), la foresteria e le scuderie. Nel 1757 il conte Giustino
Valmarana invitò Giambattista Tiepolo, magnifico interprete dell’arte Veneziana
del XVIII secolo, e il figlio
Giandomenico ad affrescare le sale della villa e dell’adiacente foresteria. Gli affreschi sono veramente da vedere: un’attrazione
irresistibile per tutti gli amanti dell’arte.
Dopo aver visitato la villa si può seguire la
strada che porta sotto il muro con i nani in pietra e proseguire in salita fino
a raggiungere Monte Berico.
The Sanctuary of Monte Berico
Il Santuario di Monte Berico
From Piazzale della Vittoria on Monte Berico you can admire Vicenza from above and let your gaze sweep over the Venetian pre-alps. On a clear day this is a fantastic viewing point and near the lookout there are a few cafes where you can relax and refresh yourself. I recommend the Bar-Restaurant "Al Pellegrino" which has a lovely garden that overlooks the city.
Of course, Monte Berico is famous for the sanctuary dedicated to the Virgin Mary that is the destination of many pilgrimages. The church stands on the site where a peasant woman, Vincenza Pasini, saw the Blessed Virgin the first time on March 7, 1426 and the second on August 1, 1428. At that time, Vicenza had been hit by a serious outbreak of plague and in both apparitions Our Lady promised the end of the plague if a church, dedicated to her, was built in that place. The people of
The
first Sunday of every month is dedicated to Our Lady and on this day the
sanctuary is very crowded.
The
Nativity of the Blessed Virgin is kept on September 8 and this
day is a festive day for the people of Vicenza too. In fact, in 1917, during the
first world war, the people made a solemn vow to observe September 8 as a festive day, if Vicenza was preserved from the enemy.
On
this day it is tradition for the people of Vicenza to get to Monte Berico by
foot. People come from near and far and
since the dawn there is a constant stream of pilgrims.
Per ammirare Vicenza dall’alto e spaziare lo
sguardo sulle prealpi venete bisogna recarsi sulla terrazza panoramica in
Piazzale della Vittoria, a Monte Berico. In una giornata limpida il panorama è impareggiabile! Nelle vicinanze ci sono alcuni bar dove potersi ristorare, il più vecchio e caratteristico è il Bar Ristorante "Al Pellegrino" che dispone di un bellissimo parco che si affaccia come un balcone sulla città.
Naturalmente, Monte Berico è famoso per il Santuario dedicato alla Madonna che è meta di molti pellegrinaggi. La chiesa sorge nel luogo in cui una contadina, Vincenza Pasini, videla Beata Vergine la prima volta il 7 marzo 1426 e la seconda il 1° agosto 1428. A quel tempo Vicenza era stata colpita da una gravissima epidemia di peste e in entrambe le apparizioni la Madonna prometteva la fine della peste se in quel luogo fosse sta costruita una chiesa a lei dedicata. I Vicentini, che non avevano creduto alla prima apparizione, credettero alla seconda e fu così che nel 1428, in pochi mesi, sorse la prima chiesetta tardo-gotica e un piccolo convento per l’accoglienza dei pellegrini. Man mano che la chiesa cresceva, diminuiva la peste, fino a cessare del tutto. Da allora il santuario subì numerose modifiche e nel 1703 fu realizzata la chiesa barocca che noi ammiriamo ancora oggi, ad opera di Carlo Borella. L’interno della chiesa custodisce numerosi capolavori, primo fra tutti “La cena di San Gregorio Magno” di Paolo Veronese, ridotta in 32 pezzi dalle baionette austriache durante la battaglia del 10 giugno 1848 per la difesa di Vicenza. La tela fu restaurata a Venezia per volontà di Francesco Giuseppe e venne ricollocata al suo posto il 21 aprile 1858.
La prima domenica di tutti i mesi è dedicata alla Madonna e in questo giorno il santuario è molto frequentato.
L’8 settembre è il compleanno della Madonna e dal 1917, anno terribile della prima guerra mondiale, i vicentini osservano come festivo questo giorno, a seguito del voto solenne fatto per la protezione di Vicenza. In questa giornata è tradizione per i vicentini arrivare a Monte Berico a piedi dalle proprie località, anche lontane, e fin dalle prime luci dell’alba c’è un continuo viavai di persone.
Naturalmente, Monte Berico è famoso per il Santuario dedicato alla Madonna che è meta di molti pellegrinaggi. La chiesa sorge nel luogo in cui una contadina, Vincenza Pasini, vide
La prima domenica di tutti i mesi è dedicata alla Madonna e in questo giorno il santuario è molto frequentato.
L’8 settembre è il compleanno della Madonna e dal 1917, anno terribile della prima guerra mondiale, i vicentini osservano come festivo questo giorno, a seguito del voto solenne fatto per la protezione di Vicenza. In questa giornata è tradizione per i vicentini arrivare a Monte Berico a piedi dalle proprie località, anche lontane, e fin dalle prime luci dell’alba c’è un continuo viavai di persone.
To return to the city you can descend along the eighteenth-century arcades, designed by Francesco Muttoni, which will give you unique views of Vicenza.
Dal
Santuario, dopo una passeggiata di circa 500 metri , si può
raggiungere il magnifico parco di Villa Guiccioli e visitare il museo del
Risorgimento, della Guerra e della Resistenza. Il 10 giugno 1848 è una data
memorabile per la città di Vicenza; per il possesso di Monte Berico, via
d’accesso a Vicenza, avvennero sanguinosi combattimenti tra i difensori guidati da Massimo d’Azeglio
e gli austriaci comandati dal generale Culoz. Questa battaglia, durante la
prima guerra di indipendenza, che segnò la resa della città, valse a Vicenza la
prima medaglia d’oro per la strenua difesa dei suoi patrioti contro l’esercito
austro-ungarico.
Per ritornare in città potete scendere lungo i 150 portici settecenteschi, disegnati da Francesco Muttoni, che vi regaleranno scorci unici di Vicenza.
Per ritornare in città potete scendere lungo i 150 portici settecenteschi, disegnati da Francesco Muttoni, che vi regaleranno scorci unici di Vicenza.
View of Vicenza
Among the cakes that the Austro-Hungarian
Empire left in the north-east of Italy, the apple strudel is definitely the
most loved.
The cake has its origins in Byzantium, today's Istanbul and it was known as "baklava". Following the conquests of the Turks it arrived in Hungary
in 1547 where the name changed in "strudel".
Tra i dolci che l’impero austro-ungarico ha
lasciato nel nord-est dell’Italia, lo strudel alle mele è sicuramente tra i più amati.
Il dolce ha origini mediorientali;
infatti, è nato a Bisanzio, l’odierna Istanbul, con il nome di “baklava”.
Seguendo le conquiste dei turchi arrivò in Ungheria nel 1547, dove cambio composizione
e nome.
250
g
flour
50
g
sugar + another dusting for the filling
1
kg
of Golden Delicious apples
80
g
raisins
40
g
butter
40
g
pine nuts
Apple strudel
Ingredients for two strudels of about 30cm:
2 eggs
A little milk
1 tablespoon extra virgin olive oil
1 pinch of salt
A shot of grappa (or brandy)
4 tablespoons of breadcrumbs
A teaspoon of cinnamon
Icing sugar
Mix an egg with the flour, salt, sugar, oil
and slowly add luke warm milk in sufficient quantity for a smooth and elastic
dough. Knead vigorously and then let the dough rest for about 30 minutes
wrapped in cling film at room temperature. Meanwhile, wash the raisins with
warm water, dry them and then soak them in grappa or brandy. Toast the bread
crumbs with a little butter. Peel, core and slice the apples. Add to the apples
the drained raisins, the pine nuts, a little sugar and the cinnamon. Divide the
dough to form two rolls. Place the dough on a floured kitchen towel and pull
thin with a rolling pin. Grease the dough with half of the melted butter,
leaving a border of 2-3 cm
around and sprinkle with half of the toasted breadcrumbs. Arrange half of the
filling on the dough and then roll it up from the longest part, being careful
not to break it and sealing the edges well, so that the contents will not come
out during cooking (use the kitchen towel on which the roll is positioned to
help you). In the same way prepare the second roll. Place the two rolls, with
the closure side down, on a baking sheet lined with parchment paper and brush
with the remaining egg. Bake in a preheated oven at 180 ° for about 50 minutes
or until the surface is golden. Serve the strudel, preferably warm, dusted with
icing sugar
Strudel di Mele
Per 2 strudel gli ingredienti sono:
2 uova
Un po’ di latte
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
1 pizzico di sale
Un goccio di grappa
4 cucchiai di pangrattato
Un cucchiaino di cannella
Zucchero a velo
Procedimento per realizzare due strudel di
circa 30 cm
l’uno
Impastate un uovo con farina, sale, zucchero, olio e aggiungete lentamente il latte tiepido, quanto basta per rendere la pasta liscia ed elastica. Impastate
energicamente e poi lasciate riposare l’impasto per circa 30 minuti avvolto
nella pellicola. Intanto lavate l’uvetta con acqua tiepida, asciugatela e
mettetela a bagno nella grappa. Tostate il pangrattato con un po’ di burro. Affettate
le mele sbucciate e private del torsolo. Aggiungete alle mele l’uva sultanina strizzata,
i pinoli, un po’ di zucchero e la cannella. Dividete la pasta per formare due
rotoli. Appoggiate la pasta su un telo da cucina infarinato e tiratela
sottilissima. Ungete una sfoglia con metà del burro fuso, lasciando un bordo di
2-3 cm
tutt’intorno e cospargetela con metà del pangrattato tostato precedentemente
nel burro. Disponete
metà della farcia sulla sfoglia e quindi arrotolatela dalla parte più lunga,
facendo attenzione a non romperla e sigillando bene i bordi, affinché il
contenuto non esca durante la cottura (aiutatevi con il canovaccio sul quale è
posizionato). Nello stesso modo preparate il secondo rotolo. Disponete i due rotoli, con la chiusura
rivolta verso il basso, su una placca da
forno rivestita con carta forno e spennellateli con l’uovo rimasto. Infornate a
forno preriscaldato a 180° per circa 50 minuti o fino a quando la superficie risulterà
dorata. Servite lo strudel, preferibilmente tiepido, spolverizzato con zucchero
a velo
Apple strudel
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