Did you know that the story from which William Shakespeare drew his
inspiration for the writing of the tragedy "Romeo and Juliet" is the
autobiographical novel written by Luigi Da Porto? In fact, the "real"
Romeo and Juliet are Luigi Da Porto and Lucina Savorgnan.
Luigi Da Porto and Lucina Savorgnan meet at a party during the carnival
of Udine
(Friuli Venezia Giulia) in 1511 and fall in love. Luigi and Lucina are distant
cousins and live a love made impossible by
the rivalries of their families, at the time of a bloody uprising in Friuli .
Luigi Da Porto (1485-1529) was born in Vicenza in a noble and powerful family, and
lived between military occupations and leisure studies. Captain of a cavalry
company in the service of Venice ,
he was severely wounded in battle on June 20, 1511 and was forced to retire to his villa
in Montorso Vicentino. Here, in the poignant reminder
of the promise of love made to Lucina, Da Porto composes the "Historia novellamente
ritrovata di due nobili amanti”.
In 1539 a
slightly different version of the story was published with the title “La Giulietta ”.
About 70 years later, William Shakespeare read the English translation
and wrote his most beautiful tragedy.
For reasons of political prudence and safeguard of the identity of the
real protagonists, Luigi Da Porto sets his story at the time of
Bartolomeo della Scala (1301 - 1304), in Verona.
Cecil Clough, an expert of
Renaissance literature, has proved, after extensive research, that the
characters of Da Porto’s story have no view of history, nor really lived in the
fourteenth century Verona .
He asserts that it is Udine
in the Friuli Venezia Giulia region and not Verona , the birthplace of this impossible
love made famous by Shakespeare.
Villa "Da Porto - Barbaran" in Montorso
Sapevate che la storia da cui William Shakespeare
trasse la sua ispirazione per la stesura della tragedia “Giulietta e Romeo” è
la novella autobiografica scritta da Luigi Da Porto? Infatti, i "veri" Giulietta e Romeo sono Lucina Savorgnan e Luigi Da Porto.
Luigi Da Porto e Lucina Savorgnan
s’incontrano ad una festa durante il carnevale di Udine nel 1511 e s’innamorano
perdutamente. Cugini alla lontana, vivono un amore reso impossibile dalla
rivalità delle rispettive famiglie, al tempo di una sanguinosa rivolta popolare
in Friuli.
Luigi Da Porto (1485-1529) nacque a Vicenza
in una nobile e potente famiglia e visse tra occupazioni militari e ozi umanistici. Comandante di una compagnia
di cavalleggeri al servizio di Venezia, venne ferito gravemente in battaglia il
20 giugno 1511 e fu costretto a
ritirarsi nella sua villa di Montorso Vicentino. Qui, nel ricordo struggente
della promessa d’amore stretta in segreto con Lucina, compone la “Historia
novellamente ritrovata di due nobili amanti”. Nel 1539 la storia fu riproposta,
leggermente diversa, con il titolo “La Giulietta ”.
Circa 70 anni dopo, William Shakespeare la
lesse in traduzione inglese e scrisse la sua tragedia più bella, oggi simbolo
universale dell’amore.
Per ragioni di prudenza politica e di
salvaguardia dell’identità reale dei protagonisti, Luigi Da Porto trasporta lo
svolgimento della novella a Verona, ai tempi di Bartolomeo della Scala
(1301-1304).
Cecil Clough, studioso di letteratura rinascimentale di fama internazionale ha dimostrato, dopo approfondite ricerche, che i protagonisti della novella di Da Porto non hanno consistenza storica, né vissero realmente nella Verona del Trecento. Egli asserisce, infatti, che è il Friuli e non Verona la culla di questo amore reso celebre da Shakespeare.
Montorso Vicentino is located about 16 kilometres west of Vicenza and has 3,200 inhabitants.
Montorso probably derives its name from the Roman Ursio or Urso. The town was founded in the eleventh century around the castle on the hill Fratta, that Ezzelino da Romano put under siege in 1236 and razed in 1241. Montorso passed in 1266 under the Paduans, who rebuilt the castle in 1311 and then under the della Scala (Verona), who destroyed it.
Montorso is located in an enviable position in the Chiampo Valley, embraced by the hills Fratta and Grime and with the Venetian Prealps in the background.
Before the industrial boom of the sixties Montorso was in keeping with the surrounding nature, but since then, agriculture has given way to industry. In fact, the economy of Montorso consists mainly of small manufacturing enterprises, principally engaged in tanning. This area has the highest concentration of foreign workers in Italy. Factories, warehouses and roads have sprung up like mushrooms in the plain that from Montorso leads to Montecchio Maggiore causing the degradation of the environment. Unfortunately, the well-being comes at a high price!
Of the house where Luigi Da Porto lived, in the centre of the town there remains little or nothing: and old porch and a tower. The beautiful Palladian villa "Da Porto - Barbaran", built on the site of that dwelling, was commenced in 1662 and completed between 1712 and 1724 by the French architect Cherette.
Montorso Vicentino
Nel 1200 era "Montursium" e nel 1300 Montursio. Deriva probabilmente dal nome proprio romano Ursio o Urso. Montorso si formò nel XI secolo intorno al castello sul colle Fratta, che Ezzelino da Romano assediò nel 1236 e rase al suolo nel 1241. Il paese passò nel 1266 ai Padovani, che ne ricostruirono il castello, e nel 1311 agli Scaligeri, che lo distrussero. In seguito molti altri signori imposero il loro nome e la loro autorità alle genti del luogo.
Il paese gode di una posizione invidiabile con le Prealpi Venete che gli fanno da sfondo e raccolto tra le colline Fratta e Grime, nella valle del Chiampo. Prima del boom industriale degli anni sessanta Montorso si armonizzava con la natura circostante, ma poi l’agricoltura ha lasciato il posto all’industria. Oggi, infatti, l’economia di Montorso è costituita prevalentemente da piccole imprese manifatturiere, per lo più impegnate nella concia delle pelli. Quest’area ha la più alta concentrazione di lavoratori stranieri in Italia. La piana che da Montorso porta a Montecchio Maggiore è disseminata di capannoni e strade e ciò ha causato un forte degrado ambientale. Purtroppo, il benessere è stato conquistato a caro prezzo!
Della casa dove abitava Luigi Da Porto, nel centro del paese, rimane poco o nulla: un antico porticato e un torrione. La bella villa palladiana “Da Porto-Barbaran” sorta sul luogo di quella dimora venne costruita a partire dal 1662 e terminata tra il 1712 e 1724 dall’architetto francese Cherette.
Montecchio Maggiore is just 4 kilometres from Montorso and perhaps Da Porto
found inspiration for his novel from the vision of the two fortresses, in
opposition to each other, present in Montecchio Maggiore. Also curious is the
combination of the name Montecchio with “Montecchi” attributed by Da Porto to
Romeo’s family.
The legend tells that Cangrande della Scala, Lord of Verona, hoping that
the common mission of homeland defence could bring them closer, entrusted the Montecchi
and Capuleti families, bitter enemies, with the fortresses.
The fortresses were built around 1354 by the della Scala dynasty and are a beautiful example of fourteenth century
military architecture.
The Castle “Della Villa” known as "Romeo’s" with its fortified wall had a defensive function.
Unfortunately, the battlements have been destroyed. Of particular interest is
the 5 storey tower called "Mastio" from which one can enjoy the views
of the surrounding valleys.
The Castle “Bellaguardia” known as "Juliet’s" owes its name to its
strategic location as a place of observation of the plain between Verona and Vicenza .
Currently, after careful restoration, the castle has been converted into
a restaurant with a beautiful panoramic terrace.
Every 1st of May a medieval re-enactment called "Faida"
is held in the area of the castles.
Here, actors dressed in medieval clothes, craft workshops and street games transport visitors into a fantastic
faraway world.
1st of May 2012 - 1° maggio 2012
Montecchio Maggiore dista appena 4 Km da Montorso e forse Da Porto trovò l'ispirazione per la sua novella dalla visione delle due rocche scaligere, in contrapposizione tra loro, presenti a Montecchio Maggiore. Curioso, inoltre, l'accostamento tra il nome di Montecchio e quello di "Montecchi"attribuito da Da Porto alla famiglia di Romeo.
La leggenda racconta che le famiglie Montecchi e Capuleti, acerrime nemiche, affinché si riavvicinassero nella comune missione di difesa del territorio, fossero incaricate di gestire le rocche per conto di Cangrande della Scala, signore di Verona.
Le rocche, erette attorno il 1354 dagli Scaligeri, costituiscono un bellissimo esempio di architettura militare Trecentesca.
Il Castello della Villa, detto "di Romeo", con la cinta muraria costituiva un complesso fortificato con funzione difensiva. Purtroppo, la merlatura è andata distrutta. Di particolare interesse la torre della "Mastio" che si sviluppa su cinque piani e dalla cui sommità si gode la vista sulle vallate circostanti.
Il Castello Bellaguardia, detto "di Giulietta" deve il suo nome alla posizione strategica come luogo di osservazione della pianura tra Verona e Vicenza sul posto più elevato del colle. Attualmente, dopo attento restauro, è stato ricavato un ristorante con terrazzo panoramico dove periodicamente si svolgono cene con menù medioevali e figuranti in costume.
Ogni 1° maggio si svolge una rievocazione medioevale detta
"Faida" e le vie dei castelli si riempiono di botteghe artigiane, giochi di strada e figuranti, in un'atmosfera di particolare fascino che trasporta i visitatori in un mondo lontano.
Romeo's Castle - Il Castello di Romeo
At this point perhaps you’d like an espresso. Italians love coffee and we drink at least 2 or
Montecchio's St. Vitale Cathedral -Il Duomo di Montecchio
Il Duomo di San Vitale in Montecchio Maggiore merita un’altra sosta. L’edificio è imponente e risale a fine ottocento. Al suo interno altari ed opere artistiche provenienti dalla Pieve demolita, che aveva origini antiche, precedenti all’anno 1000.
A questo punto forse avrete voglia di un buon caffé corroborante. Il Bar “Da Golin”, a fianco del Duomo in Piazza Marconi, serve un caffè davvero eccellente!
Leaving Montecchio, to return to
Villa Cordellina has been the setting in 2009 for the Bollywood movie "Kambakkht Ishq".
Villa Cordellina - Lombardi
Uscendo dall’abitato di Montecchio Maggiore, per ritornare a Vicenza, troviamo la bellissima Villa in stile palladiano “Cordellina-Lombardi”, fatta erigere da Carlo Cordellina-Molin, celeberrimo avvocato veneziano. Pare che la paternità, a lungo dubbia, sia da attribuire a Giorgio Massari. Nel salone, su cui danno le altre stanze, troviamo un mirabile ciclo di affreschi di Giambattista Tiepolo. Particolarmente rilevante è anche il corredo scultoreo originale tuttora conservato e collocato nel giardino e sulla facciata della villa.
Nel 2009 alcune riprese del film Bollywoodiano "Kambakkht Ishq" sono state effettuate presso la villa.
In medieval times beef was only eaten by the wealthy noble class. Today, even if we can afford it, we tend to eat less meat because too much protein isn't healthy. In fact, experts say that one or two portions of meat a week are enough to get the protein requirements. On hot days we usually eat light meals and roast beef, eaten cold, is a summertime favourite in my home because it's light and tasty.
Roast beef
1 kilo of beef (ask your butcher for a tender cut of
good quality meat)
1 cup extra virgin olive oil
1 sprig of rosemary
2 cloves of garlic
1 knob of butter
Splash of balsamic vinegar or white wine
Salt and pepper
Heat oil with garlic and rosemary in a pot, put the meat in the pot and
seal each part using two wooden spoons, never use forks. In fact, the meat must
not be punctured, or the escape of fluids would make it dry and stringy.
Sprinkle with pepper and splash with the vinegar or the wine. The meat should
form a crust around it and should be cooked, in a covered pot, just 18 minutes
for each kilo of meat. You must calculate the exact time-to-weight ratio.
Finally salt the roast beef on the surface,
remove from pot and place for about twenty minutes between two plates, with a
weight on it. In this way the blood comes out. I've got my way of doing this: I usually use a heavy flat rock that I keep for this purpose. I wrap it in a clean plastic bag and then I put it straight upon the meat. Heat up the oil in the pot and
add a knob of butter, let the water evaporate and then filter. Slice the roast beef with a long and sharp knife.
Serve the beef in slices and accompany with the sauce (hot or cold).
In epoca medievale le carni bovine venivano
consumate soltanto dalle classi nobili e facoltose. Oggi le cose sono
decisamente cambiate e, anche se la carne ce la possiamo permettere, tendiamo a limitarne l’uso perché troppe
proteine fanno male. Infatti, gli esperti dicono che una o due porzioni di
carne alla settimana sono
sufficienti per un giusto apporto di proteine. In estate si ha voglia di
mangiare cose non troppo elaborate, ma allo stesso tempo gustose; il manzo arrosto, mangiato freddo, è perfetto per contrastare il grande caldo di questi giorni.
1 Kg noce di manzo (o pezzo similare)
1 bicchiere d'olio extra vergine d'oliva
1 rametto di rosmarino
2 spicchi d'aglio
1 noce di burro
Spruzzata di aceto balsamico o vino bianco
Sale, pepe
Riscaldare l’olio con l’aglio e il rosmarino in una pentola, ponetevi la carne e sigillare ogni parte utilizzando due cucchiai di legno, e mai le forchette. Infatti la carne non deve essere bucata, altrimenti la fuoriuscita dei suoi liquidi la renderebbe asciutta e stopposa. Pepare e spruzzare con l’aceto. La carne deve formare una crosticina tutt’intorno e va cotta, a pentola coperta, esattamente 18 minuti per ogni chilo di carne. Calcolate quindi con esattezza il rapporto peso-tempo. In ultimo salare l’arrosto in superficie, toglietelo dalla pentola e mettetelo per una ventina di minuti tra due piatti, con un peso sopra perché esca il sangue. Per fare ciò io di solito uso un sasso
pesante che tengo per questo scopo. Lo avvolgo in un sacchetto di plastica
pulito e lo metto direttamente sulla carne.
Fare ristringere il fondo di cottura, aggiungendo una noce di burro e filtrare. Affettate l’arrosto con un coltello lungo e molto affilato. Servitelo a fette, accompagnandolo con il suo sugo (caldo o freddo).
Delicious slices of roast beef
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