2012/08/26

Recoaro - "Le montagnole alte" trail


By now you will know that I love walking. Of all the ways to keep fit, walking is the easiest, safest and cheapest and walking can also be fun.
Hills and mountains are close at hand and so there is plenty of choice. Wanting to escape the city heat for a while last Saturday we went to Recoaro Mille (alt. 1.006 m) which is about 40 km north - west of Vicenza in the pre-Alpine valley of the Little Dolomites. We did not want to make things difficult so we decided to take the chairlift that from Pizzegoro takes you to Monte Falcone (alt. 1.606m) and which saved us a two hours  uphill walk.

Around the thirteenth century, the Cimbri (Bavarian people) settled in the valleys of the Venetian Pre-Alps and their spoken German has left its mark in the names of these areas. "Spitz-gar" or "depression at the top" is the name given by these ancient inhabitants to the place that over the centuries has become "Pizzegoro." This valley, called "busa" (dip) by the locals, was once completely covered by a vast beech forest. Around the fifteenth century, in fact, the area was deforested radically by the Venetian Republic who needed the timber for its shipyards.

Anyway, to get back to last Saturday, in 20 minutes we reached Monte Falcone. As we went up on the chairlift it was amazing how soundless everything was: apart the cawing of some crows, we were surrounded by a majestic silence! 

   
    The Monte Falcone chairlift - La seggiovia Monte Falcone

Come avrete capito  a me piace molto camminare. Di tutti i modi per tenersi in forma, camminare è il più semplice, il più sicuro e  il più economico oltre ad essere anche divertente.
Colli e montagne sono a portata di mano e quindi  non c’è che da scegliere. Volendo evadere dalla calura cittadina per un po’, sabato ci siamo recati  a  Recoaro Mille  (1.606 mt) che dista circa  40 km a nord – ovest di Vicenza. Non  desideravamo fare cose impegnative e quindi abbiamo deciso di prendere la seggiovia che da Pizzegoro porta al rifugio Monte Falcone, risparmiando un dislivello di 600 metri e 2 ore di camminata.

Attorno al XIII secolo i Cimbri (coloni venuti dalla Baviera) si stanziarono nelle valli delle Prealpi venete e la loro parlata germanica ha lasciato traccia nei toponimi di queste zone. “Spitz-gar”, ovvero “avvallamento sulla cima” è il nome dato da questi antichi abitanti alla località che nel corso dei secoli è diventata “Pizzegoro”. Questa conca, chiamata “busa” dagli abitanti del luogo una volta era completamente ricoperta da un vastissimo bosco di faggi. Attorno al XV secolo, infatti,  la zona venne disboscata radicalmente dalla Serenissima Repubblica per far fronte alla grande richiesta di legname necessario per i propri cantieri navali.
  
In ogni caso, per tornare a sabato scorso, in 20 minuti abbiamo raggiunto Monte Falcone. Sulla seggiovia è stato incredibile come tutto era silenzioso: a parte il gracchiare di alcuni corvi, eravamo circondati da un silenzio maestoso!

  
  The  Chiampo-Agno Valley - L'alta valle del Chiampo-Agno




At the top the view of the green lush Chiampo-Agno Valley was spectacular. At the hut we drank a coffee and talked to the lady who runs it for a while: we weren’t in a hurry, the day was beautiful and we wanted to take it easy and enjoy the peace and tranquillity of the place.  
From the hut, we walked a bit downhill and then took trail no. 202 (also known as "Le montagnole alte" trail) that leads to the Ristele Pass located at alt. 1.641 m. Almost immediately we found ourselves in the midst of a shady, cyclamen scented beech forest. The tiny beautiful flowers were everywhere: I have never seen so many and their perfume was simply divine.

The trail is made of relaxing ups and downs and is suitable for all mountain lovers. The few uphill stretches are never long or continuous and, apart the crossing of a small gully there are no dangerous passages. After about 3 hours and before arriving at the Ristele Pass, the trail enters the beautiful open pasture land of the upper Fraselle Valley and along the grassy path you have the feeling of being in the “Middle-earth”. In the past, when Trento was Austrian, these roads were used by smugglers to exchange goods. 


           The trail passes through high pasture lands
                Il sentiero si snoda tra alti pascoli 
  
In cima la vista della verde vallata del Chiampo-Agno era spettacolare. Al rifugio abbiamo preso un caffé e parlato con la signora che lo gestisce per un po’: non avevamo fretta, la giornata era bella e volevamo prendercela comoda.
Dal rifugio siamo scesi un po’ e abbiamo preso il sentiero n. 202 che porta al Passo Ristele a 1.641 metri. Quasi subito ci siamo ritrovati in mezzo a freschi boschi di faggio da dove sprigionava il profumo intenso di ciclamini. I piccoli fiori erano ovunque: non ne ho mai visti così tanti ed il loro profumo era semplicemente divino

Il percorso è fatto di rilassanti saliscendi ed è adatto a tutti gli amanti della montagna. I pochi tratti in salita non sono mai lunghi o continui e, a parte l’attraversamento di un piccolo canalone, non ci sono passaggi pericolosi.
Prima di arrivare al Passo Ristele, dopo tre ore circa, il sentiero entra negli aperti pascoli dell’alta Valle Fraselle e si ha la sensazione di essere nella “Terra di Mezzo”.
In passato, quando Trento era austriaco, queste strade erano utilizzate dai contrabbandieri per lo scambio di merci. 



     Panorama from the Ristele Pass - Vista dal Passo Ristele



At this point you can continue along trail no. 120 and reach the Cesare Battisti mountain hut or descend  trail no. 121. We decided to take trail no. 121 that from the pass took us down to the valley that lead back to Pizzegoro where we had left our car.
Honestly, I don't think I'd ever want to do this trail again, at least not downwards. For the first 300 m drop, in fact,  the trail is almost vertical with tight hairpin bends and full of scattered rocks and landslide material. I descended with some trepidation and in the steeper sections I sat and slowly lowered myself down. It was a bit scary and definitely not fun! 



                    The trail no. 121 - Il sentiero n. 121 


A questo punto si può proseguire lungo il sentiero n. 120 e raggiungere il rifugio Cesare Battisti o scendere per il sentiero n. 121. Noi abbiamo deciso di scendere  e riportarci a Pizzegoro dove avevamo lasciato la macchina.
Se devo dire la verità non rifarei il sentiero n. 121, almeno non  in discesa. Fino a metà percorso, infatti,  il sentiero scende quasi in verticale con tornanti strettissimi e disseminati di sassi e materiale franoso. Una discesa pericolosa e decisamente non divertente! 


    
                      Views seen descending trail 121  


                                  Viste dal sentiero 121

The day, apart the Ristele Pass descent, was quite relaxing. When we finally arrived at the car, even if my knees and toes were  sore I really felt good. We had enjoyed some marvellous views up there but most of all we had experienced a surreal atmosphere given by the silence encountered throughout most part of the walk. 

"Silence is there to be discovered, perhaps for a moment, perhaps for one day, perhaps to become part of our lives" (Kristin Flood "The encounter with Silence")


    

Questa passeggiata, a parte la discesa dal Passo Ristele, non presenta particolari problemi. E’ indispensabile, comunque, un po’ di allenamento fisico atto a sostenere una lunga camminata ininterrotta per almeno qualche ora.
Alla fine, le ginocchia e le dita dei piedi erano doloranti in quanto messe a dura prova dalle discese coperte di pietrisco. La fatica è stato ripagata, comunque, dai panorami che abbiamo goduto e dal clima quasi surreale regalato dal silenzio incontrato in buona parte del percorso.      

“Il Silenzio è lì per essere scoperto, forse per un attimo, forse per un giorno, forse per diventare parte della nostra vita” (Kristin Flood “L’incontro con il Silenzio”)


   

I don’t know about you, but to me those cows on the alpine meadow bring to mind the cow Milka" even if that is a spotted white and lilac cow. In short, it takes nothing for me to associate things to chocolate. I love all sorts of chocolate: dark, milk, nutty. I love  the smooth, silky  chocolates that just melt in your mouth. Even if in summer I eat very little chocolate I never say “no” to a “gelato al cioccolato”
Here are two simple recipes for a “chocolaty” summer!


Barbajada

Invented in the nineteenth century by Mr Barbaja, owner of a famous cafe  in Milan, this drink is excellent served hot or cold. After dinner on hot summer nights it’s a valid substitute to coffee.


X 4 people
1 cup of coffee
1 cup of chocolate
1 cup of fresh cream
Sugar

Put in a saucepan a cup of coffee (about 200 ml) a cup of chocolate (made with unsweetened cocoa powder and water) and a cup of fresh cream. Put the pan over the heat and whisk until frothy. Add sugar according to taste, and pour the drinks into the cups, complete each portion with a spoonful of whipped cream. In the summer, allow to cool and then place in the refrigerator in a glass bottle and serve after a meal instead of coffee.




Non so voi, ma a me quelle mucche distese sul prato alpino fanno venire in mente la mucca “Milka” anche se quella è pezzata di bianco e  lilla. Insomma, basta un niente e io penso alla cioccolata che divorerei a tavolette. Anche se con moderazione, neppure in estate mi faccio mancare la cioccolata: un gelato, un frappé, un semifreddo alla nutella!

Ecco due semplici ricette per un estate cioccolatosa! 


Barbajada

Inventata a Milano nell’ottocento dal sig. Barbaja, proprietario di un famoso caffé, questa bevanda è ottima anche fredda.


X 4 persone
1 tazza di caffé
1 tazza di cioccolato
1 tazza di panna fresca
Zucchero

Riunite in una pentola una tazza di caffé (circa 200 ml) una tazza di cioccolata (preparata con cacao amaro e acqua) e una tazza di panna fresca. Mettere il recipiente sul fuoco e sbattere il tutto con una frusta, fino ad ottenere un composto schiumoso. Aggiungete lo zucchero, secondo il gusto, e versare la bevande nelle tazze; completare ogni porzione con un cucchiaio di panna montata.  D’estate lasciare raffreddare e poi mettere in frigorifero dentro una bottiglia di vetro e servire a fine pasto al posto del caffé.




Peaches stuffed with amaretti and cocoa

4 large  yellow peaches 
50 g of amaretti (small, crunchy, almond biscuits) 
50 g of sugar
2 tablespoons unsweetened cocoa powder
1 egg yolk

Halve the peaches, remove the stones, scoop out some of the pulp with a spoon to create eight shells.
In a bowl combine the scooped out peach pulp with the sugar, the egg yolk, the cocoa powder and the crumbled amaretti biscuits. Divide the filling between the peaches.

Arrange the peaches on a baking tray and bake in a preheated oven at 160 ° C for half an hour.
Allow to cool, place in refrigerator and serve cold.




Pesche ripiene di amaretti e cacao

4 grosse pesche gialle
50 g di amaretti
50 g di zucchero
2 cucchiai di cacao amaro in polvere
1 tuorlo

Tagliate a metà le pesche, snocciolatele e con uno scavino togliete parte della polpa da creare 8 cestini
Amalgamate la polpa scavata con gli amaretti tritati, lo zucchero, il cacao e il tuorlo d’uovo. Suddividete il ripieno fra le pesche.

Disponete le pesche su una placca da forno e cuocete a forno già caldo a 160° C per mezz’ora circa.
Lasciare raffreddare, mettere in frigorifero e servire fredde. 



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