2012/12/21

Christmas is....


           Piazza dei Signori - Vicenza


Christmas is the feast “par excellence”, a combination of traditions that date back to ancient times.


    Jesus in the manger (Photo from the Internet)


For me,  Christmas is….

……The Midnight Mass to celebrate the birth of Christ and then the usual exchange of greetings outside the church with hot chocolate and panettone for everyone!



  The church dedicated to St. Vincent in Piazza dei Signori

La chiesa di San Vincenzo in Piazza dei Signori


Il Natale è tra tutte la festa per eccellenza, un insieme di tradizioni che risalgono dai tempi antichi. 

Per me, il Natale è…….

…La messa di mezzanotte per celebrare la nascita di Gesù e  poi il consueto scambio di auguri fuori dalla chiesa con cioccolata calda e panettone per tutti! 




….A vase filled with Christmas greenery such as twigs, berries, pinecones, reeds  etc. from  the  woods. 




…..Decorare la casa con le cose naturali del bosco come rami, bacche, pigne ecc. 



The sweet and fragrant aroma wafting through the house on Christmas morning when I prepare the simple buns for the family’s Christmas breakfast.




Christmas Buns

Ingredients for 12 buns

250 g white flour
100 ml milk
80 g butter
60 g sugar
2 egg yolks
Baking powder
lemon
Pearl sugar
nutmeg
salt

Sift together the flour, two teaspoons of baking powder and a pinch of salt, add a little grated nutmeg, sugar and the zest of a lemon. Blend the ingredients well, make a heap with the mixture and in the centre put pieces of slightly softened butter, the egg yolk and cold milk, mix quickly so as to obtain an easy to handle dough. Divide it into 12 equal parts, roll up each of these pieces to form round buns. Arrange them on an oven tray lined with parchment paper. Practice on each bun two cuts so as to form a cross, brush them with the remaining yolk and then sprinkle with a little pearl sugar. Put the oven tray in a preheated oven at 200° C for about 20 minutes, until golden and puffy. 




           Xmas Breakfast


 ….Il profumo dolce e fragrante che si diffonde per tutta la casa la mattina di Natale  quando preparo i semplici panini di Natale per la prima colazione della famiglia.

Panini dolci  natalizi

Ingredienti per 12 panini

250 gr farina bianca 00
100 ml latte
80 gr burro
60 gr zucchero semolato
2 tuorli
Lievito in polvere
Limone
Zucchero in granella
Noce moscata
Sale

Setacciate insieme la farina, mezza bustina di lievito e un pizzico di sale; aggiuntevi un poco di noce moscata grattugiata, lo zucchero semolato e la scorza grattugiata del limone. Mescolate gli ingredienti, fate la fontana e mettetevi al centro il burro leggermente ammorbidito ed a pezzetti, un tuorlo e il latte freddo; impastate rapidamente  per ottenere una pasta facile da manipolare. Dividetela in 12 parti uguali; arrotolate ognuno di questi pezzetti e formate delle palline, sistematele, distanziate tra di loro, su una placca rivestita di carta forno. Praticate su ogni pallina due tagli in croce, poi pennellatele con il tuorlo rimasto e poi cospargetele con un poco di zucchero in granella. Passate la placca in forno già caldo a 200° per circa 20 minuti. I panini devono risultare dorati e gonfi e sono ottimi per una festosa prima colazione di Natale. 


…..Christmas dinner at home with traditional and delicious tortellini, perhaps adding a place at the table for a last-minute guest.


…Il pranzo di Natale in famiglia con i tradizionali e squisiti tortellini in brodo, magari aggiungendo un posto a tavola per un ospite dell’ultimo momento.


    Xmas trees under the arcades of the Basilica

GREETINGS TO ALL FROM MY HEART! 
May Christmas be joyful and serene for all of you and the New Year bring happiness and peace throughout the world.



AUGURI DI CUORE A TUTTI!
Che il Natale sia lieto e sereno per tutti voi e che l’anno nuovo porti tanta felicità e pace in tutto il mondo.  









2012/12/15

First snow






     Winter sun-rays - Sole invernale


About a week ago we got our first snowfall of the season. A blanket of white that covered fields and woods: simply magical! The snowfall produced about 3 cm of snow and the next day, with the rise of the temperature, most of it melted away. Today I went for a walk in the woods and the only snow left was in those areas not exposed to the sun-rays. I love the snow but I have to admit that when it snows in the city it only creates problems. A snowfall on Christmas Eve, however, would be really wonderful. Imagine waking up to snow on Xmas morning:  a fairytale  atmosphere for everyone to enjoy!


              Nearby fields covered with snow
          I vicini campi innevati     
                      

Circa una settimana fa è caduta la prima neve che ha coperto con il suo soffice manto i campi e i boschi vicino a casa mia; bianca, lieve, magica: uno spettacolo per gli occhi! Nella mia zona questa prima nevicata ha prodotto circa 3 cm di neve e il giorno successivo, con l’alzarsi della temperatura, è quasi tutta scomparsa. Oggi sono andata a passeggiare nei boschi e solo nelle parti meno esposte al sole c’era ancora neve. Il gelo e il ghiaccio sono ora i veri protagonisti.  A me la neve piace molto, ma devo ammettere che in città crea solo problemi. Una nevicata alla Vigilia di Natale, comunque, sarebbe veramente stupenda per creare quell’atmosfera fiabesca che tanto piace ai bambini, e non solo.


   Snowflakes on the frozen pond - Lo stagno ghiacciato





In my previous post I gave indications of how to make polenta. A tasty rabbit stew is just perfect with creamy freshly made polenta.


Ingredients:

1 young rabbit about 1.5 kg cut into serving pieces
1 onion
2 cloves of garlic
2 carrots
1 stalk of celery
4 sage leaves
2 sprigs of rosemary
1 bay leaf
2 sprigs  of thyme
10 black pepper grains
1 tablespoon chopped parsley
2 tablespoons of tomato puree
1 piece of lemon zest
1 cup of extra virgin olive oil
1 cup of dry white wine
Salt

1 cup of white vinegar



Put the rabbit in a bowl and cover with cold water and a cup of white vinegar. Let marinate for about 2/3 hours. After this time, rinse the rabbit under running water and dry with kitchen paper, watch out for small bones. Place the rabbit in a large non-stick pan that you’ll put directly on a high flame. In this way the rabbit will expel its water that you’ll throw away. Turn the rabbit pieces on all sides and after about 10 minutes, or when it doesn’t expel any more water, remove the rabbit from the pan.  Peel and chop the onion, carrots, celery and rosemary, add the sage leaves, the grains of pepper, the garlic, the bay leaf, the thyme, chopped parsley, lemon peel, tomato puree and sauté all on low heat with the olive oil. After about 10 minutes add the rabbit, blend well with the vegetables to flavour it, add the wine and let it evaporate, add salt and cover with a lid and let simmer for about 2 hours. During cooking, if necessary, add hot water. When the rabbit is cooked uncover the pan and make the sauce thicken, season with salt if necessary. Serve the rabbit with its sauce and  freshly made creamy polenta.
If you prefer, you can bake the rabbit in the oven at 180° C (350° F) for 1 ½ to 2 hours or until the rabbit is tender.





Nel mio precedente post ho dato indicazioni di come fare la polenta. Ecco ora una ricetta gustosa per preparare un ottimo coniglio in umido, che bene si sposa con la polenta appena fatta.

Ingredienti:

1 giovane coniglio nostrano di circa 1,5 kg tagliato a pezzi 
1 cipolla 
2 spicchi d’aglio
2 carote
1 costa di sedano
4 foglie di salvia
2 rametti di rosmarino
1 foglia di alloro
2 rametti di timo
10 grani di pepe nero
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 pezzetto di buccia di limone (senza la parte bianca)
1 bicchiere di olio extra vergine d’oliva
1 bicchiere vino bianco secco
Sale 

1 bicchiere di aceto bianco



Mettete il coniglio a pezzi in un recipiente e copritelo con acqua fredda e un bicchiere di aceto bianco. Lasciate marinare per circa 2/3 ore. Trascorso questo tempo, sciacquate il coniglio sotto acqua corrente ed asciugatelo con carta da cucina, badando che non vi siano ossa scheggiate. Ponete il coniglio in un tegame antiaderente che metterete direttamente su un fuoco vivace in modo da far perdere l’acqua naturale al coniglio. Girate di tanto in tanto il coniglio e dopo circa 10 minuti, o quando non perde più acqua, togliete il coniglio dal tegame. Mondate e tritate la cipolla, le carote, il sedano e il rosmarino, aggiungete la salvia, l’aglio, l’alloro, il timo, il pepe in grani, il trito di prezzemolo, la buccia di limone, la passata di pomodoro e rosolate tutto su fuoco basso  con un bicchiere di olio extra vergine d’oliva.  Dopo circa 10 minuti aggiungete il coniglio, raggirandolo  nelle verdure  per insaporirlo, unite il vino che farete evaporare, salate e coprite con un coperchio. Quando serve, aggiungete dell’acqua calda. Quando il coniglio vi risulterà cotto (circa 2 ore)  scoperchiate il tegame e fatte addensare il sughetto, aggiustate eventualmente di sale.  Servite il coniglio con abbondante sughetto e  della polenta appena fatta. Se preferite potete anche cucinare il coniglio in forno a 180° per circa 1 1/2 - 2 ore. 

    Rabbit Stew

2012/12/09

Strolling down the Corso


In the old city centre of Vicenza the main street is Corso Palladio, a 500 metres long cobble-paved road flanked by renaissance buildings that takes you from Piazza Castello to Piazza Matteotti.  Since 1983 cars are restricted in this area and pedestrians can stroll and shop in  complete safety. The street is really crowded on Saturday afternoons when most people do their shopping or just meet for a  stroll. 

Piazza Castello is dominated by the Tower of Porta Castello (1343), a part of the massive town walls which surrounded the old city centre and that kept watch over the town in the Middle Ages. Also in Piazza Castello is one of the most curious buildings: Palazzo Porto Breganze designed by Andrea Palladio for the Porto family but for some reason never finished. Three huge Corinthian semi-columns form two bay façade, the only two  built of the seven planned by Palladio. On the left of the building one can clearly see the old 15th century Porto house that was supposed to be demolished as the works advanced.



Palazzo Porto-Breganze


La strada principale che attraversa il centro storico di Vicenza, da Piazza Castello a Piazza Matteotti, è Corso Palladio. E’ lunga circa ½ km ed è fiancheggiata da bellissimi edifici rinascimentali. Dal 1983 le auto sono limitate in questo settore e  i pedoni possono passeggiare e fare acquisti in tutta sicurezza. La strada è molto affollata il sabato pomeriggio, quando molte persone si recano in città per lo shopping o solo per fare una passeggiata.


Piazza Castello è dominata dalla Torre di Porta Castello (1343), che sorge nella parte occidentale di quella che era la cinta fortificata medievale di Vicenza.
Sempre in Piazza Castello c'è uno degli edifici più curiosi: Palazzo Porto Breganze progettato da Andrea Palladio per la famiglia Porto, ma per qualche ragione rimasto incompiuto. Tre enormi semi-colonne corinzie formano due campate, gli uniche due costruite delle sette progettate da Palladio. A sinistra del palazzo si può chiaramente vedere la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto  che doveva essere demolita con l’avanzare dei lavori del nuovo palazzo. 





        Palazzo Braschi  in Corso Palladio 



After Venice Vicenza has probably more historical buildings per inhabitant than any other city in Italy. I'll only mention   a few of them otherwise it would take too long; This may be a  good reason for you to come and visit Vicenza. 

Not far from Piazza Castello is Piazza del Duomo (Cathedral Quare) where one can eat a cheap and delicious lunch or dinner at “Righetti”. The self-service restaurant is housed in a beautiful 17th century building and when you arrive you choose your table  and set it. Orders are made directly to the chefs and afterwards you pay the cashier what you have eaten and drunk.  Nearby is one of Vicenza’s oldest osterias  “Il Campanile” (The bell tower) where you can  sample little-known local wines such as Vespaiolo, Durello  and  Tai Rosso and eat some “spunciotti” (fingerfood, small  appetizers).  When in an Osteria you want a glass of wine you ask for “un’ombra de vin” which in Venetian dialect  means “a shade of wine”. The term  “ombra” comes from the wine vendor’s habit of placing his wine  in the shade of St. Mark’s  bell tower in order to keep it cool. Want a good coffee instead of wine? Then hop in at Bar Italia,  about 150 metres from Piazza Castello; here you'll be served a superb “macchiatone” (coffee and milk). Another place for an excellent coffee is "La Triestina" further along the Corso, on the right.



            The Cathedral in Piazza Duomo


Dopo Venezia Vicenza ha probabilmente più palazzi storici per abitante  di qualsiasi altra città  Italiana; In questo post ne menziono solo alcuni di loro. Se volete saperne di più questo potrebbe essere un buon motivo per venire a visitare Vicenza.

Non lontano da Piazza Castello si trova  Piazza del Duomo dove troviamo una delle più vecchie trattorie di Vicenza: “Da Rigetti”. Il locale è ospitato in un bellissimo palazzo Seicentesco e funziona col servizio self service. Non è, comunque, il classico self service che ci si aspetta; l’interno è rustico, accogliente e piacevole e il rapporto qualità-prezzo è ottimo.  Nelle vicinanze  troviamo anche l’Osteria “Al Campanile”,  una delle più antiche osterie di Vicenza. Qui  è possibile degustare vini locali poco conosciuti come Vespaiolo, Durello e Tai Rosso e mangiare degli "spunciotti" (piccoli antipasti). Quando in un Osteria volete un bicchiere di vino chiedete "un'ombra de vin", termine dialettale veneziano che deriva dall’usanza dell’oste di  tenere il vino al fresco, all’ombra del campanile di San Marco.
Se desiderate un buon caffè  fermatevi al Bar Italia, a circa 150 metri da Piazza Castello, dove potete degustare  un superbo "macchiatone".  Un altro eccellente caffè è servito presso "La Triestina", sulla destra, dopo il palazzo del Comune.    




         Pavin Shop in Corso Palladio


Many fine shops line the Corso but only a few of the city’s oldest and most famous stores resist. Due to the many shopping malls in the Vicenza area, in fact, many shops have closed down. Unfortunately many of the shops located in Vicenza are the same brand stores you can find in almost all Italian cities.  
Vicenza is famous for its silver and gold industries  and if you want to buy beautiful jewelry Vicenza is certainly the right place. Most of the jewelry stores are concentrated under the arcades of the Basilica but one of my favourite shops, Gino Zoccai,  is in Corso Palladio. The creative jewelry displayed is absolutely breathtaking! 






Jewelry made in Vicenza by Marco Bicego, Gino Zoccai  and Chimento (photos from the Internet)
Gioielli di produzione vicentina: Marco Bicego, Gino Zoccai e Chimento (foto prese da Internet)



Lungo il Corso ci sono molti negozi, ma solo pochi sono i vecchi ed eleganti negozi di una volta. Nella  zona di Vicenza ci sono moltissimi centri commerciali e quindi i piccoli esercizi del centro storico sono stati costretti a chiudere. Peccato che ora molti dei negozi presenti in centro sono  i medesimi che troviamo in quasi tutte le città italiane. 
Vicenza è famosa per le sue industrie orafe e se desiderate acquistare favolosi gioielli Vicenza è sicuramente il posto giusto. La maggior parte delle gioiellerie sono concentrate sotto la Basilica, ma uno dei miei negozi preferiti, Gino Zoccai, è in corso Palladio. In questo periodo dell’anno le sue bellissime vetrine sono incantevoli!




       The courtyard of Palazzo Trissino-Baston

       Il Cortile di Palazzo Trissino-Baston


Proceeding down Corso Palladio we arrive at Palazzo Trissino-Baston, designed by the architect Vincenzo Scamozzi and  today seat of the City Council.  In the prestigious Sala degli Stucchi civil weddings are held and  the Mayor receives important guests. During the First World War, with the front between the Asiago Plateau and Mount Grappa, this palace was the Headquarters of the Italian Army. Recent archaeological excavations in the basement of this building have revealed the remains of a stretch of pavement of the Roman forum.
Just before Palazzo Trissino-Baston you can turn right into Contrà  Cavour and go to the main piazza: Piazza dei Signori, from where you can reach another traditional osteria within minutes. Osteria “Il Cursore”, in Stradella Pozzetto,  is a family run osteria where you can eat good quality food at a reasonable price.   

Lets return to Corso Palladio, where were we? Leaving Palazzo Trissino-Baston and after Contrà Porti ("contrà" means street) you'll find Contrà delle Morette, turn right  and you'll find “L’Antica Casa del Malvasia” a very characteristic trattoria where you can eat or just  drink an aperitif in a comfortable  and friendly atmosphere.   On Tuesday nights it’s a great place to hang out and listen to live music.



Osteria "Il Cursore"



Procedendo lungo il Corso si arriva a Palazzo Trissino-Baston, progettato da Vincenzo Scamozzi e oggi sede del Comune. Nella prestigiosa Sala degli Stucchi si tengono matrimoni civili ed è qui che il Sindaco riceve importanti ospiti in visita alla città. Durante la prima guerra mondiale, con il fronte tra l’Altopiano di Asiago e il Monte Grappa, questo palazzo era la sede del Comando dell’Armata. A seguito di recenti scavi archeologici, nei sotterranei del palazzo sono stati evidenziati resti  di un tratto di selciato del foro romano. 

Poco prima di questo palazzo una strada sulla destra, Contrà Cavour,  porta alla Piazza dei Signori, la maggiore piazza di Vicenza.  In pochi minuti dalla piazza potete  raggiungere un altra tradizionale osteria:"Il Cursore". Qui si può mangiare dell’ottimo cibo ad un prezzo ragionevole, in un ambiente caldo e familiare.

Tornando al Corso Palladio, dopo Palazzo Trissino-Baston e dopo aver superato Contrà Porti,    una piccola strada sulla destra (Contrà delle Morette)  conduce alla "Antica Casa del Malvasia" una trattoria molto caratteristica dove si può mangiare o semplicemente bere un aperitivo in un ambiente confortevole e accogliente. Il martedì sera è un ottimo posto per rilassarsi e ascoltare musica dal vivo.



A bit further along, on the left, stands Palazzo Da Schio, also known as Ca’ d’Oro, like the more famous “Ca’ d’Oro” in Venice,  because once luxuriously decorated with capitals and gilded rosettes. Built around the second half of the fifteenth century it was almost completely destroyed by bombing in 1944 and was rebuilt in 1950. This striking palazzo, with its double row of balustrades and quadrifore windows, is perhaps Vicenza’s finest example  of the gothic style.    The frescoes that originally decorated the façade are now lost. Adjacent to this building is the Church of St. Gaetano Thiene (1720) with its interesting altarpiece  “The Apotheosis of St. Gaetano”, by Francesco Solimena, one of the best exponents of the Neapolitan school of the seventeenth and eighteenth centuries.


      Palazzo Da Schio (Ca' d'Oro)

Un po' più avanti, sulla sinistra, si trova Palazzo Da Schio in stile gotico, noto anche come Ca' d'Oro, come il più celebre palazzo "Ca 'd'Oro" di Venezia, perché una volta ornato di capitelli e rosette dorate. Costruito intorno alla seconda metà del XV secolo fu quasi completamente distrutto dai bombardamenti nel 1944 e fu ricostruito nel 1950. Gli affreschi che in origine decoravano la facciata sono andati perduti. Adiacente a questo edificio è la Chiesa di San Gaetano Thiene (1720) che custodisce la notevole tela “Gloria di San Gaetano Thiene” di Francesco Solimena, uno dei migliori esponenti della scuola napoletana dei secoli XVII e XVIII.


Next stop: “Il Ceppo” nearly at the end of the Corso. This enticing delicatessen shop is stocked with authentic Vicenza and Italian specialities. The 9 metres long counter filled with fresh seafood  salads, cheeses, home made pastas, ham, salami,  etc. is a  joy for the eye  and palate. I suggest you buy some  “bacalà alla vicentina” (stockfish cooked in milk) and “polenta” for a dream lunch. This dish is so legendary in Vicenza that an official organization for the preservation of the traditional recipe named “The Worshipful Brotherhood of Bacalà alla Vicentina” exists since 1987. 




           Delicatessen "Il Ceppo"


Prossima tappa: "Il Ceppo", quasi alla fine del Corso. Questo negozio di gastronomia è strapieno di autentiche specialità vicentine, e non solo. Il banco lungo 9 metri fornito di insalate di mare, formaggi tipici, salumi,  paste fatte in casa, verdure grigliate ecc. è una gioia per gli occhi ed il palato. Vi consiglio di acquistare un po' di bacalà alla vicentina e polenta per un pranzo da sogno. Questo piatto è così leggendario a Vicenza che l’organizzazione ufficiale  per la promozione e la tutela della ricetta tradizionale "La Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina"  opera dal 1987. 


Another 30 metres and one of the greatest works of Andrea Palladio awaits us : The “Teatro Olimpico”. The theatre was built in five years, from 1580 to 1585, and it is the oldest surviving enclosed theatre in the world.  Unfortunately, Andrea Palladio died a few months after the beginning of the works and so the project was entrusted to the architect Vincenzo Scamozzi. The theatre was inspired by the design of the Roman theatres described by Vitruvius and the  first play, staged in 1585,  was Sophocles' “Oedipus Rex”.  The street scenes, which represent the city of Thebes, are impressive for their perspective illusionism and were designed by Scamozzi as the permanent stage setting. 


       The  Olimpic  Theatre (photo from the Internet)

Altri 30 metri e una delle più grandi opere di Andrea Palladio vi attende: Il Teatro Olimpico. Il teatro è stato costruito in cinque anni, 1580-1585, ed è il più antico teatro chiuso superstite al mondo. Purtroppo, Andrea Palladio morì pochi mesi dopo l'inizio dei lavori e così il progetto fu affidato in un primo tempo al figlio Silla e poi definitivamente all’Architetto Vincenzo Scamozzi. Il teatro si ispira dichiaratamente ai teatri romani descritti da Vitruvio e la prima rappresentazione, messa in scena nel 1585, fu “Edipo Re”. La scenografia, progettata dallo Scamozzi come palcoscenico permanente, rappresenta le sette vie di Tebe che sono impressionanti per il loro illusionismo prospettico.



Opposite the Teatro Olimpico is Palazzo Chiericati,  the city’s art Gallery. The building was designed by Palladio in 1550 but was brought to a finish in 1680 probably by Carlo Borella. The Gallery houses painting and sculpture collections and masterpieces by Tintoretto, Van Dyck and Tiepolo.
We’ve arrived at the end of Corso Palladio and if you want to grab something to eat turn left and cross Ponte degli Angeli. In Contrà Porta Santa Lucia you’ll find “Pitanta” an authentic osteria where locals go to eat generous portions of good food or just for an aperitif. 

Di fronte al Teatro Olimpico, in Piazza Matteotti, si trova  Palazzo Chiericati, museo d'arte della città. L'edificio è stato progettato da Palladio nel 1550, ma è stato portato a termine nel 1680, probabilmente da Carlo Borella. La galleria ospita collezioni di pittura e scultura e capolavori di Tintoretto, Van Dyck e Tiepolo.
Siamo arrivati ​​alla fine di Corso Palladio, e se volete mangiare qualcosa svoltate a sinistra e attraversate Ponte degli Angeli. In Contrà Porta Santa Lucia si trova "Pitanta" un’autentica osteria vicentina dove si mangia del buon cibo casereccio a prezzi ragionevoli. 




Very often on cold nights I make polenta which in Veneto we eat instead of bread. Once made, when the polenta is soft and creamy,  it is perfect with meat and seafood stews  and the next day you can cut the polenta into slices, heat them on a griddle or in a nonstick pan and serve them with soppressa salami, cheeses, grilled meat etc. Try a slice of hot polenta cut in half and filled with soppressa or gorgonzola cheese!
In Vicenza we use yellow cornmeal to make polenta and I usually use a quality called Maranello, a typical corn  of Marano Vicentino, which I think is invaluable for making a good polenta. Of course, I cook polenta in a copper pot called “paiolo”.  Polenta takes about 35/40 minutes to cook (it depends on the type of corn you use) and you don’t have to continue stirring as some people say. I’ve been making polenta for a long time and I assure you it’s easier than it seems.  The way to avoid lumps forming is to add the cornmeal constantly  to the boiling water and whisk quickly while you pour.

Here’s what you need:
2 litres water
About 20 g cooking salt
400 g cornmeal (for polenta)

Heat the water in a copper pot (or other heavy bottom pot), add salt when the water comes to a boil. Pour in the cornmeal, whisking constantly with one hand while you pour a steady stream of cornmeal with the other. Put the pot over low heat and whisk for about one minute. Mix every 3/4 minutes with a long wooden spoon. The cornmeal will stick to the bottom of the pot, but don't worry because the polenta will be fine. Keep the heat low in order to prevent hot splatters of polenta. After about 35/40 minutes the polenta is ready. Stir it vigorously and then pour the polenta into a baking dish. If you want to eat some creamy polenta immediately and leave the rest to solidify, I suggest you pour it into two different dishes; one will be consumed immediately while the other can be stored in the fridge (once cool) and eaten in a few days. Once the polenta in the dish is cool turn it out onto a kitchen towl, fold and store in the fridge. In this way polenta can be eaten later, you just have to cut it into slices and heat it in a skillet. For cleanup, fill the pot with cold water and leave it overnight. The next day the crust should all come off the bottom of the pot.



Molto spesso in queste serate fredde cucino la polenta che noi in Veneto mangiamo al posto del pane. E’ perfetta appena fatta nel accompagnare piatti di carne o pesce in umido, mentre il giorno dopo può essere servita abbrustolita per accompagnare salumi, formaggi stagionati e carni grigliate. Fantastica è la fettina di polenta caldissima tagliata a metà ed imbottita  con soppressa o formaggio gorgonzola!
A Vicenza usiamo farina gialla per fare la polenta ed io amo usare  quella di grano Maranello, un mais finemente macinato tipico di Marano Vicentino, che secondo me è impareggiabile per fare una buona polenta. Naturalmente cucino la polenta nel  paiolo di  rame. Il tempo necessario per fare la polenta variano a seconda della grana della farina; ad ogni modo occorreranno  circa 35/40 minuti. Non è vero che bisogna mescolare in continuazione basta aver l’accortezza di usare una frusta quando si fa cadere a pioggia la farina e i grumi non si formeranno. 

Ecco quello che vi serve:

2 litri di acqua
Circa 20 g di sale  grosso
400 g farina di mais

Riscaldate l'acqua in un paiolo di rame (o altra pentola con fondo spesso), aggiungete il sale quando l'acqua arriva a bollore. Aggiungete la farina di mais, mescolando con una frusta continuamente con una mano, mentre versate la farina a pioggia con l'altra. Mettete la pentola su fuoco basso e mescolate con la frusta per circa un minuto. Mescolate poi la polenta ogni 3/4 minuti con un lungo cucchiaio di legno. Non preoccupatevi se la polenta si attacca sul fondo della pentola, è normale. Mantenete il fuoco basso per evitare spruzzi caldi di polenta. Dopo circa 35/40 minuti la polenta è pronta. Mescolate energicamente e poi versate la polenta in una pirofila. Se volete mangiare un po' di polenta appena fatta, quando è ancora cremosa, e lasciare una parte a solidificare, vi consiglio di versarla in due pirofile distinte. Una verrà consumata subito, mentre l’altra, una volta raffreddata, verrà avvolta in uno strofinaccio da cucina e riposta in frigorifero per essere consumata successivamente. 




2012/11/01

The legend of the dwarf princess





Once upon a time lived a sweet dwarf princess. Her house was a beautiful villa on a hill not far from Vicenza. She lived secluded there with her 17 dwarf servants because her father didn’t want her to know she was different. The villa was located far from the other houses and it was surrounded by a high stone wall. The servants were to make sure that the princess never met or saw other people, but one day as she was looking out of her window she saw a handsome prince walking in the villa’s garden. Realizing her disability she threw herself from the window and died. Grief and remorse literally petrified the poor servants who, from the perimeter walls of the villa,  still mourn their unfortunate princess.

This legend is associated with Villa Valmarana ai nani which is not far from the more famous villa "La Rotonda". The villa gets the name "ai nani" (at the dwarfs) from the scupltured dwarfs with eighteenth-century clothing, lined up on the perimeter walls of the villa. No one knows the real story of the dwarfs; perhaps a dwarf child used to live in the villa years ago and the stone dwarfs were the play mates.
Since the eighteenth century this charming villa is inhabited by the Valmarana family. The complex counts three buildings: the villa (manor), the guest house and the stables. In 1757 Count Giustino Valmarana invited Giambattista Tiepolo, magnificent interpreter of the Venetian eighteenth century art, and his son Giandomenico to fresco rooms in the villa and in the adjoining guest quarters, the so-called “foresteria”. Giambattista frescoed the vestibule and four groundfloor rooms, while his son executed the decoration in the guest house. The frescoes are an irresistible attraction for all art lovers and are considered by experts to be the top expression of Italian painting of the eighteenth century.


After visiting the villa you can follow the road that leads under the wall lined with the stone dwarfs and  continue uphill for Monte Berico. 


  
 "Sacrifice of Iphigenia" 
"Il sacrificio di Ifigena" 


C'era una volta una dolce principessa nana. La sua casa era una bella villa su una collina nelle vicinanze di Vicenza. Viveva segregata lì con 17 servitori nani perché suo padre non voleva che lei sapesse  della sua diversità. La villa si trovava lontana da altre abitazioni ed era circondata da un alto muro di pietra. I servitori dovevano fare in modo che  la principessa non incontrasse o vedesse altre persone, ma un giorno, mentre la principessa stava guardando fuori dalla finestra, vide un bel principe camminare nel giardino della villa e, rendendosi conto della propria deformità,  si gettò dalla finestra e morì. I poveri nani divennero di pietra dal dolore e ancora oggi piangono la loro sfortunata principessa dall’alto delle mura della villa.  

Questa leggenda è associata a Villa Valmarana ai Nani, che si trova a pochi passi dalla più famosa villa “La Rotonda”. Il nome deriva dalle statue di nani che decorano la recinzione della villa. Non si conosce la vera storia dei nani; forse una bimba nana viveva lì molti anni fa e le statue erano compagni di gioco. Dal XVIII secolo questa incantevole villa è abitata dalla famiglia Valmarana. Il complesso conta tre edifici: la villa (casa padronale), la foresteria e le scuderie. Nel 1757 il conte Giustino Valmarana invitò Giambattista Tiepolo, magnifico interprete dell’arte Veneziana del XVIII secolo,  e il figlio Giandomenico ad affrescare le sale della villa e dell’adiacente foresteria. Gli affreschi sono  veramente da vedere: un’attrazione irresistibile per tutti gli amanti dell’arte. 

Dopo aver visitato la villa si può seguire la strada che porta sotto il muro con i nani in pietra e proseguire in salita fino a raggiungere Monte Berico.

                
  The Sanctuary of Monte Berico 
   Il Santuario di Monte Berico

From Piazzale della Vittoria on Monte Berico you can admire Vicenza from above and let your gaze sweep over the Venetian pre-alps. On a clear day this is a fantastic viewing point and near the lookout there are a few cafes where you can relax and refresh yourself. I recommend the Bar-Restaurant "Al Pellegrino" which has a lovely garden that overlooks the city.
Of course, Monte Berico is famous for the sanctuary  dedicated to the Virgin Mary that is the destination of many pilgrimages. The church stands on the site where a peasant woman, Vincenza Pasini, saw the Blessed Virgin the first time on March 7, 1426 and the second on August 1, 1428. At that time, Vicenza had been hit by a serious outbreak of plague and in both apparitions Our Lady promised the end of the plague if a church, dedicated to her, was built in that place. The people of Vicenza did not believe the peasant woman at the time of the first apparition but they believed  her the second time, so, in 1428, in a few months, arose the first  late-Gothic church.  As the church grew, the plague decreased until it ceased altogether. Since then, the sanctuary underwent many changes and in 1703 Carlo Borella  designed the baroque church that we admire today. The church houses numerous masterpieces, first of all "The supper of St. Gregory the Great" by Paolo Veronese, reduced in 32 pieces by Austrian bayonets during the battle for the defence of Vicenza, of June 10, 1848. The Austrian imperator Franz Joseph had the painting restored in Venice  and put back in place on April 21, 1858.

The first Sunday of every month is dedicated to Our Lady and on this day the sanctuary is very crowded.

The Nativity of the Blessed Virgin is kept on September 8 and this day is a festive day for the people of Vicenza too. In fact, in 1917, during the first world war, the people made a solemn vow to observe September 8 as a  festive day, if Vicenza was preserved from the enemy.

On this day it is tradition for the people of Vicenza to get to Monte Berico by foot. People come from near and far  and since the dawn there is a constant stream of pilgrims. 


                     
  "The  supper of St. Gregory the Great"
  "La cena di San Gregorio Magno”


Per ammirare Vicenza dall’alto e spaziare lo sguardo sulle prealpi venete bisogna recarsi sulla terrazza panoramica in Piazzale della Vittoria, a Monte Berico. In una giornata limpida il panorama è impareggiabile! Nelle vicinanze ci sono alcuni bar dove potersi ristorare, il più vecchio e caratteristico è il Bar Ristorante "Al Pellegrino" che dispone di un bellissimo parco che si affaccia come un balcone sulla città.     
Naturalmente, Monte Berico è famoso per il Santuario dedicato alla Madonna che è meta di molti pellegrinaggi. La chiesa sorge nel luogo in cui una contadina, Vincenza Pasini, vide la Beata Vergine la prima volta il 7 marzo 1426 e la seconda il 1° agosto 1428. A quel tempo Vicenza era stata colpita da una gravissima epidemia di peste e in entrambe le apparizioni la Madonna prometteva la fine della peste se in quel luogo fosse sta costruita una chiesa a lei dedicata. I Vicentini, che non avevano creduto alla prima apparizione, credettero alla seconda e fu così che nel 1428, in pochi mesi, sorse la prima chiesetta tardo-gotica e un piccolo convento per l’accoglienza dei pellegrini. Man mano che la chiesa cresceva, diminuiva la peste, fino a cessare del tutto.  Da allora il santuario subì numerose modifiche e nel 1703 fu realizzata la chiesa barocca che noi ammiriamo ancora  oggi, ad opera di Carlo Borella. L’interno della chiesa custodisce numerosi capolavori, primo fra tutti “La cena di San Gregorio Magno” di Paolo Veronese,  ridotta in 32 pezzi dalle baionette austriache durante la battaglia del 10 giugno 1848 per la difesa di Vicenza. La tela fu restaurata a Venezia per volontà di Francesco Giuseppe e venne ricollocata al suo posto il 21 aprile 1858.
La prima domenica di tutti i mesi è dedicata alla Madonna e in questo giorno il santuario è molto frequentato. 
L’8 settembre è il compleanno della Madonna e dal 1917, anno terribile della prima guerra mondiale,  i vicentini osservano come festivo questo giorno, a seguito del voto solenne fatto per la protezione di Vicenza. In questa giornata è tradizione per  i vicentini arrivare a Monte Berico a piedi dalle proprie località, anche lontane, e fin dalle prime luci dell’alba c’è un continuo viavai di persone.





A walk of about 500 metres will take you from the Sanctuary to  the magnificent park of Villa Guiccioli where the Risorgimento and Resistance museum stands.  June 10, 1848 is a memorable date for the city of Vicenza; a bloody battle, for the possession of Monte Berico, during the first war of independence, occurred between the defenders led by Massimo d’Azeglio and the Austrians under General Culoz.  The battle marked the surrender of the city, but it earned Vicenza the first gold medal for the strong defence of its patriots against the Austro-Hungarian Empire.
To return to the city you can descend along the eighteenth-century arcades, designed by Francesco Muttoni,  which will give you unique views of  Vicenza. 



Dal Santuario, dopo una passeggiata di circa 500 metri , si può raggiungere il magnifico parco di Villa Guiccioli e visitare il museo del Risorgimento, della Guerra e della Resistenza. Il 10 giugno 1848 è una data memorabile per la città di Vicenza; per il possesso di Monte Berico, via d’accesso a Vicenza, avvennero sanguinosi combattimenti  tra i difensori guidati da Massimo d’Azeglio e gli austriaci comandati dal generale Culoz. Questa battaglia, durante la prima guerra di indipendenza, che segnò la resa della città, valse a Vicenza la prima medaglia d’oro per la strenua difesa dei suoi patrioti contro l’esercito austro-ungarico. 
Per ritornare in città potete scendere lungo i 150 portici settecenteschi, disegnati da Francesco Muttoni,  che vi regaleranno scorci unici di Vicenza.


                
 View of Vicenza 


Among the cakes that the Austro-Hungarian Empire left in the north-east of Italy, the apple strudel is definitely the most loved.
The cake has its origins in Byzantium, today's Istanbul and it was known as "baklava". Following the conquests of the Turks it arrived in Hungary in 1547 where the name changed in  "strudel".    



Tra i dolci che l’impero austro-ungarico ha lasciato nel nord-est dell’Italia, lo strudel  alle mele è sicuramente tra i più amati.
Il dolce ha origini mediorientali; infatti, è nato a Bisanzio, l’odierna Istanbul, con il nome di “baklava”. Seguendo le conquiste dei turchi arrivò in Ungheria nel 1547, dove cambio composizione e  nome. 




Apple strudel

Ingredients for two strudels of about 30cm:

250 g flour
2 eggs
A little milk
1 tablespoon extra virgin olive oil
1 pinch of salt
50 g sugar + another dusting for the filling
1 kg of Golden Delicious apples
80 g raisins
A shot of grappa (or brandy)
4 tablespoons of breadcrumbs
40 g butter
40 g pine nuts
A teaspoon  of cinnamon
Icing sugar


Mix an egg with the flour, salt, sugar, oil and slowly add luke warm milk in sufficient quantity for a smooth and elastic dough. Knead vigorously and then let the dough rest for about 30 minutes wrapped in cling film at room temperature. Meanwhile, wash the raisins with warm water, dry them and then soak them in grappa or brandy. Toast the bread crumbs with a little butter. Peel, core and slice the apples. Add to the apples the drained raisins, the pine nuts, a little sugar and the cinnamon. Divide the dough to form two rolls. Place the dough on a floured kitchen towel and pull thin with a rolling pin. Grease the dough with half of the melted butter, leaving a border of 2-3 cm around and sprinkle with half of the toasted breadcrumbs. Arrange half of the filling on the dough and then roll it up from the longest part, being careful not to break it and sealing the edges well, so that the contents will not come out during cooking (use the kitchen towel on which the roll is positioned to help you). In the same way prepare the second roll. Place the two rolls, with the closure side down, on a baking sheet lined with parchment paper and brush with the remaining egg. Bake in a preheated oven at 180 ° for about 50 minutes or until the surface is golden. Serve the strudel, preferably warm, dusted with icing sugar






Strudel di Mele

Per 2 strudel gli ingredienti sono:

250 g farina
2 uova
Un po’ di latte
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
1 pizzico di sale
50 g di zucchero + un’altra spolverata per il ripieno
1 kg circa di mele Golden Delicious
80 g uvetta
Un goccio di grappa
4 cucchiai di pangrattato
40 g burro
40 g pinoli
Un cucchiaino di cannella
Zucchero a velo

Procedimento per realizzare due strudel di circa 30 cm l’uno

Impastate un uovo con  farina, sale, zucchero,  olio e aggiungete lentamente il latte tiepido, quanto basta per rendere la pasta liscia ed elastica. Impastate energicamente e poi lasciate riposare l’impasto per circa 30 minuti avvolto nella pellicola. Intanto lavate l’uvetta con acqua tiepida, asciugatela e mettetela a bagno nella grappa. Tostate il pangrattato con un po’ di burro. Affettate le mele sbucciate e private del torsolo. Aggiungete alle mele l’uva sultanina strizzata, i pinoli, un po’ di zucchero e la cannella. Dividete la pasta per formare due rotoli. Appoggiate la pasta su un telo da cucina infarinato e tiratela sottilissima. Ungete una sfoglia con metà del burro fuso, lasciando un bordo di 2-3 cm tutt’intorno e cospargetela con metà del pangrattato tostato precedentemente nel burro. Disponete metà della farcia sulla sfoglia e quindi arrotolatela dalla parte più lunga, facendo attenzione a non romperla e sigillando bene i bordi, affinché il contenuto non esca durante la cottura (aiutatevi con il canovaccio sul quale è posizionato). Nello stesso modo preparate il secondo rotolo.  Disponete i due rotoli, con la chiusura rivolta verso il basso,  su una placca da forno rivestita con carta forno e spennellateli con l’uovo rimasto. Infornate a forno preriscaldato a 180° per circa 50 minuti o fino a quando la superficie risulterà dorata. Servite lo strudel, preferibilmente tiepido, spolverizzato con zucchero a velo


     Apple strudel