By now you will know that I love walking. Of
all the ways to keep fit, walking is the easiest, safest and cheapest and walking
can also be fun.
Hills and mountains are close at hand and so
there is plenty of choice. Wanting to escape the city heat for a while last Saturday
we went to Recoaro Mille (alt. 1.006
m ) which is about 40 km north - west of Vicenza in the pre-Alpine
valley of the Little Dolomites. We did not want to
make things difficult so we decided to take the chairlift that from Pizzegoro
takes you to Monte Falcone (alt. 1.606m) and which saved us a two hours uphill walk.
Around the thirteenth century, the Cimbri (Bavarian
people) settled in the valleys of the Venetian Pre-Alps and their spoken German
has left its mark in the names of these areas. "Spitz-gar" or "depression at the top" is the name
given by these ancient inhabitants to the place that over the centuries has
become "Pizzegoro." This valley, called "busa" (dip) by the
locals, was once completely covered by a vast beech forest. Around the fifteenth
century, in fact, the area was deforested radically by the Venetian Republic who
needed the timber for its shipyards.
Anyway, to get back to last Saturday, in 20 minutes we reached Monte
Falcone. As
we went up on the chairlift it was amazing how soundless everything was: apart
the cawing of some crows, we were surrounded by a majestic silence!
The Monte Falcone chairlift - La seggiovia Monte Falcone
Come avrete capito a me piace molto camminare. Di tutti i modi
per tenersi in forma, camminare è il più semplice, il più sicuro e il più economico oltre ad essere anche
divertente.
Colli e montagne sono a portata di mano e
quindi non c’è che da scegliere. Volendo
evadere dalla calura cittadina per un po’, sabato ci siamo recati a Recoaro
Mille (1.606 mt) che dista circa 40
km a nord – ovest di Vicenza. Non desideravamo fare cose impegnative e quindi abbiamo
deciso di prendere la seggiovia che da Pizzegoro porta al rifugio Monte Falcone,
risparmiando un dislivello di 600
metri e 2 ore di camminata.
Attorno al XIII secolo i Cimbri (coloni
venuti dalla Baviera) si stanziarono nelle valli delle Prealpi venete e la loro
parlata germanica ha lasciato traccia nei toponimi di queste zone. “Spitz-gar”,
ovvero “avvallamento sulla cima” è il nome dato da questi antichi abitanti alla
località che nel corso dei secoli è diventata “Pizzegoro”. Questa conca,
chiamata “busa” dagli abitanti del luogo una volta era completamente ricoperta
da un vastissimo bosco di faggi. Attorno al XV secolo, infatti, la zona venne disboscata radicalmente dalla
Serenissima Repubblica per far fronte alla grande richiesta di legname
necessario per i propri cantieri navali.
In ogni caso, per tornare a sabato scorso, in
20 minuti abbiamo raggiunto Monte Falcone. Sulla seggiovia è stato incredibile
come tutto era silenzioso: a parte il gracchiare di alcuni corvi, eravamo
circondati da un silenzio maestoso!
At the top the view of the green lush Chiampo-Agno Valley
was spectacular. At
the hut we drank a coffee and talked to the lady who runs it for a while: we
weren’t in a hurry, the day was beautiful and we wanted to take it easy and
enjoy the peace and tranquillity of the place.
From the hut, we walked a bit downhill and then
took trail no. 202 (also known as "Le montagnole alte" trail) that leads to the Ristele Pass located at alt. 1.641 m . Almost immediately
we found ourselves in the midst of a shady, cyclamen scented beech forest. The
tiny beautiful flowers were everywhere: I have never seen so many and their
perfume was simply divine.
The trail is made of relaxing ups and downs and is suitable for all
mountain lovers. The
few uphill stretches are never long or continuous and, apart the crossing of a small
gully there are no dangerous passages. After about 3 hours and before arriving at the Ristele
Pass , the trail enters the beautiful open
pasture land of the upper Fraselle
Valley and along the
grassy path you have the feeling of being in the “Middle-earth”. In the past,
when Trento was Austrian, these roads were
used by smugglers to exchange goods.
The trail passes through high pasture lands
Il sentiero si snoda tra alti pascoli
In cima la vista della verde vallata del
Chiampo-Agno era spettacolare. Al rifugio abbiamo preso un caffé e parlato con
la signora che lo gestisce per un po’: non avevamo fretta, la giornata era
bella e volevamo prendercela comoda.
Dal rifugio siamo scesi un po’ e abbiamo
preso il sentiero n. 202 che porta al Passo Ristele a 1.641 metri . Quasi
subito ci siamo ritrovati in mezzo a freschi boschi di faggio da dove
sprigionava il profumo intenso di ciclamini. I piccoli fiori erano ovunque: non
ne ho mai visti così tanti ed il loro profumo era semplicemente divino
Il percorso è fatto di rilassanti saliscendi
ed è adatto a tutti gli amanti della montagna. I pochi tratti in salita non
sono mai lunghi o continui e, a parte l’attraversamento di un piccolo canalone,
non ci sono passaggi pericolosi.
Prima di arrivare al Passo Ristele, dopo tre
ore circa, il sentiero entra negli aperti pascoli dell’alta Valle Fraselle e si
ha la sensazione di essere nella “Terra di Mezzo”.
In passato, quando Trento era austriaco,
queste strade erano utilizzate dai contrabbandieri per lo scambio di merci.
Panorama from the Ristele Pass - Vista dal Passo Ristele
At this point you can continue along trail
no. 120 and reach the Cesare Battisti mountain hut or descend trail no. 121. We decided to take trail no.
121 that from the pass took us down to the valley that lead back to Pizzegoro
where we had left our car.
Honestly, I don't think I'd ever want to do this trail again, at least not downwards. For the first 300 m drop, in fact, the trail is almost vertical with tight
hairpin bends and full of scattered rocks and landslide material. I descended with some trepidation and in the steeper sections I sat and slowly
lowered myself down. It was a bit scary and definitely not fun!
The trail no. 121 - Il sentiero n. 121
A questo punto si può proseguire lungo il
sentiero n. 120 e raggiungere il rifugio Cesare Battisti o scendere per il
sentiero n. 121. Noi abbiamo deciso di scendere
e riportarci a Pizzegoro dove avevamo lasciato la macchina.
Se devo dire la verità non rifarei il
sentiero n. 121, almeno non in discesa.
Fino a metà percorso, infatti, il
sentiero scende quasi in verticale con tornanti strettissimi e disseminati di
sassi e materiale franoso. Una discesa pericolosa e decisamente non divertente!
Views seen descending trail 121
Viste dal sentiero 121
The day, apart the Ristele
Pass descent, was quite
relaxing. When
we finally arrived at the car, even if my knees and toes were sore I
really felt good. We had enjoyed some marvellous
views up there but most of all we had experienced a surreal atmosphere given by
the silence encountered throughout most part of the walk.
"Silence is there to be discovered, perhaps for a moment, perhaps for one day, perhaps to become part of our lives" (Kristin Flood "The encounter with Silence")
Questa passeggiata, a parte la discesa dal
Passo Ristele, non presenta particolari problemi. E’ indispensabile, comunque,
un po’ di allenamento fisico atto a sostenere una lunga camminata ininterrotta per
almeno qualche ora.
Alla fine, le ginocchia e le dita dei piedi
erano doloranti in quanto messe a dura prova dalle discese coperte di
pietrisco. La fatica è stato ripagata, comunque, dai panorami che abbiamo
goduto e dal clima quasi surreale regalato dal silenzio incontrato in buona
parte del percorso.
“Il Silenzio è lì per essere scoperto, forse
per un attimo, forse per un giorno, forse per diventare parte della nostra
vita” (Kristin Flood “L’incontro con il Silenzio”)
I don’t know about you, but to me those cows on the alpine meadow bring
to mind the cow Milka" even if that is a spotted white and lilac cow. In short, it
takes nothing for me to associate things to chocolate. I love all sorts of chocolate:
dark, milk, nutty. I love the smooth,
silky chocolates that just melt in your
mouth. Even if in summer I eat very little chocolate I never say “no” to a
“gelato al cioccolato”
Here are two simple recipes for a “chocolaty” summer!
Barbajada
Invented in the nineteenth century by Mr Barbaja, owner of a famous
cafe in Milan , this drink is excellent served hot or cold.
After dinner on hot summer nights it’s a valid substitute to coffee.
X 4 people
1 cup of coffee
1 cup of chocolate
1 cup of fresh cream
Sugar
Put in a saucepan a cup of coffee (about 200 ml) a cup of chocolate (made
with unsweetened cocoa powder and water) and a cup of fresh cream. Put the pan
over the heat and whisk until frothy. Add sugar according to taste, and pour
the drinks into the cups, complete each portion with a spoonful of whipped
cream. In the summer, allow to cool and then place in the refrigerator in a
glass bottle and serve after a meal instead of coffee.
Non so voi, ma a me quelle mucche distese sul
prato alpino fanno venire in mente la mucca “Milka” anche se quella è pezzata di
bianco e lilla. Insomma, basta un niente
e io penso alla cioccolata che divorerei a tavolette. Anche se con moderazione,
neppure in estate mi faccio mancare la cioccolata: un gelato, un frappé, un semifreddo
alla nutella!
Ecco due semplici ricette per un estate
cioccolatosa!
Barbajada
Inventata a Milano nell’ottocento dal sig.
Barbaja, proprietario di un famoso caffé, questa bevanda è ottima anche fredda.
X 4 persone
1 tazza di caffé
1 tazza di cioccolato
1 tazza di panna fresca
Zucchero
Riunite in una pentola una tazza di caffé (circa
200 ml) una tazza di cioccolata (preparata con cacao amaro e acqua) e una tazza
di panna fresca. Mettere il recipiente sul fuoco e sbattere il tutto con una
frusta, fino ad ottenere un composto schiumoso. Aggiungete lo zucchero, secondo
il gusto, e versare la bevande nelle tazze; completare ogni porzione con un
cucchiaio di panna montata. D’estate
lasciare raffreddare e poi mettere in frigorifero dentro una bottiglia di vetro
e servire a fine pasto al posto del caffé.
Peaches stuffed with amaretti and cocoa
4 large yellow peaches
2 tablespoons unsweetened cocoa powder
1 egg yolk
Halve the peaches, remove the stones, scoop out some of the pulp with a
spoon to create eight shells.
In a bowl combine the scooped out peach pulp with the sugar, the egg
yolk, the cocoa powder and the crumbled amaretti biscuits. Divide the filling
between the peaches.
Arrange the peaches on a baking tray and bake in a preheated oven at 160
° C for half an hour.
Allow to cool, place in refrigerator and serve cold.
Pesche
ripiene di amaretti e cacao
4 grosse pesche gialle
2 cucchiai di cacao amaro in polvere
1 tuorlo
Tagliate a metà le pesche, snocciolatele e
con uno scavino togliete parte della polpa da creare 8 cestini
Amalgamate la polpa scavata con gli amaretti
tritati, lo zucchero, il cacao e il tuorlo d’uovo. Suddividete il ripieno fra
le pesche.
Disponete le pesche su una placca da forno e
cuocete a forno già caldo a 160° C per mezz’ora circa.
Lasciare raffreddare,
mettere in frigorifero e servire fredde.