2012/08/03

Romeo and Juliet


Did you know that the story from which William Shakespeare drew his inspiration for the writing of the tragedy "Romeo and Juliet" is the autobiographical novel written by Luigi Da Porto? In fact, the "real" Romeo and Juliet are Luigi Da Porto and  Lucina Savorgnan.
Luigi Da Porto and Lucina Savorgnan meet at a party during the carnival of Udine (Friuli Venezia Giulia) in 1511 and fall in love. Luigi and Lucina are distant cousins​​ and live a love made impossible by the rivalries of their families, at the time of a bloody uprising in Friuli.
Luigi Da Porto (1485-1529) was born in Vicenza in a noble and powerful family, and lived between military occupations and leisure studies.  Captain of a cavalry company in the service of Venice, he was severely wounded in battle on June 20, 1511 and was forced to retire to his villa in Montorso Vicentino. Here, in the poignant reminder of the promise of love made to Lucina, Da Porto composes the "Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti”.
In 1539 a slightly different version of the story was published with the title  “La Giulietta”.
About 70 years later, William Shakespeare read the English translation and wrote his most beautiful tragedy.
For reasons of political prudence and safeguard of the identity of the real protagonists, Luigi Da Porto sets his story  at the time of Bartolomeo della Scala (1301 - 1304), in Verona.

Cecil Clough, an expert  of Renaissance literature, has proved, after extensive research, that the characters of Da Porto’s story have no view of history, nor really lived in the fourteenth century Verona. He asserts that it is  Udine in the Friuli Venezia Giulia region and not Verona, the birthplace of this impossible love made famous by Shakespeare. 



Villa "Da Porto - Barbaran" in Montorso  

Sapevate che la storia da cui William Shakespeare trasse la sua ispirazione per la stesura della tragedia “Giulietta e Romeo” è la novella autobiografica scritta da Luigi Da Porto? Infatti, i "veri" Giulietta e Romeo sono Lucina Savorgnan e Luigi Da Porto. 
Luigi Da Porto e Lucina Savorgnan s’incontrano ad una festa durante il carnevale di Udine nel 1511 e s’innamorano perdutamente. Cugini alla lontana, vivono un amore reso impossibile dalla rivalità delle rispettive famiglie, al tempo di una sanguinosa rivolta popolare in Friuli.
Luigi Da Porto (1485-1529) nacque a Vicenza in una nobile e potente famiglia e visse tra occupazioni militari  e ozi umanistici. Comandante di una compagnia di cavalleggeri al servizio di Venezia, venne ferito gravemente in battaglia il 20 giugno 1511  e fu costretto a ritirarsi nella sua villa di Montorso Vicentino. Qui, nel ricordo struggente della promessa d’amore stretta in segreto con Lucina, compone la “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti”. Nel 1539 la storia fu riproposta, leggermente diversa, con il titolo “La Giulietta”.
Circa 70 anni dopo, William Shakespeare la lesse in traduzione inglese e scrisse la sua tragedia più bella, oggi simbolo universale dell’amore.
Per ragioni di prudenza politica e di salvaguardia dell’identità reale dei protagonisti, Luigi Da Porto trasporta lo svolgimento della novella a Verona, ai tempi di Bartolomeo della Scala (1301-1304).

Cecil Clough, studioso di letteratura rinascimentale di fama internazionale ha dimostrato, dopo approfondite ricerche, che i protagonisti  della novella di Da Porto non hanno consistenza storica, né vissero realmente nella Verona del Trecento. Egli asserisce, infatti, che è il Friuli e non Verona la culla di questo amore reso celebre da Shakespeare.

Montorso Vicentino is located about 16 kilometres west of Vicenza and has 3,200 inhabitants.
Montorso probably derives its name from the Roman Ursio or Urso. The town was founded in the eleventh century around the castle on the hill Fratta, that Ezzelino da Romano put under siege in 1236 and razed in 1241. Montorso passed in 1266 under the Paduans, who rebuilt the castle in 1311 and then under the della Scala (Verona), who destroyed it.   
Montorso is located in an enviable position in the Chiampo Valley, embraced by the hills Fratta and Grime and with the Venetian Prealps in the background. 
Before the industrial boom of the sixties Montorso was in keeping with the surrounding nature, but since then, agriculture has given way to industry. In fact, the economy of Montorso consists mainly of small manufacturing enterprises, principally engaged in tanning. This area has the highest concentration of foreign workers in Italy. Factories, warehouses and roads have sprung up like mushrooms in the plain that from Montorso leads to Montecchio Maggiore causing the degradation of the environment. Unfortunately, the well-being comes at a high price! 

Of the house where Luigi Da Porto lived, in the centre of the town there remains little or nothing: and old porch and a tower. The beautiful Palladian villa "Da Porto - Barbaran", built on the site of that dwelling, was commenced in  1662 and completed between 1712 and 1724 by the French architect Cherette. 


Montorso Vicentino


Montorso Vicentino si trova a circa 16 Km da Vicenza in direzione ovest e conta 3.200 abitanti.  
Nel 1200 era "Montursium" e nel 1300 Montursio. Deriva probabilmente dal nome proprio romano Ursio o Urso. Montorso si formò nel XI secolo intorno al castello sul colle Fratta, che Ezzelino da Romano assediò nel 1236 e rase al suolo nel 1241. Il paese passò nel 1266 ai Padovani, che ne ricostruirono il castello, e nel 1311 agli Scaligeri, che lo distrussero. In seguito  molti altri signori imposero il loro nome e la loro autorità alle genti del luogo.
Il paese gode di una posizione invidiabile con le Prealpi Venete che gli fanno da sfondo e raccolto tra le colline Fratta e Grime, nella valle del Chiampo. Prima del boom industriale degli anni sessanta Montorso  si armonizzava con la natura circostante, ma poi  l’agricoltura ha lasciato il  posto all’industria. Oggi, infatti, l’economia di Montorso è costituita prevalentemente da piccole imprese manifatturiere, per lo più impegnate nella concia delle pelli. Quest’area ha la più alta concentrazione di lavoratori stranieri in Italia. La piana che da Montorso porta a Montecchio Maggiore è disseminata di capannoni e strade e ciò ha causato un forte degrado ambientale. Purtroppo, il benessere è  stato conquistato a  caro prezzo!

Della casa dove abitava Luigi Da Porto, nel centro del paese, rimane poco o nulla: un antico porticato e un torrione. La bella villa palladiana “Da Porto-Barbaran” sorta sul luogo di quella dimora venne costruita a partire dal 1662 e terminata tra il 1712 e 1724 dall’architetto francese Cherette.


Montecchio Maggiore is just 4 kilometres from Montorso and perhaps Da Porto found inspiration for his novel from the vision of the two fortresses, in opposition to each other, present in Montecchio Maggiore. Also curious is the combination of the name Montecchio with “Montecchi” attributed by Da Porto to Romeo’s  family.
The legend tells that Cangrande della Scala, Lord of Verona, hoping that the common mission of homeland defence could bring them closer, entrusted  the Montecchi  and Capuleti families, bitter enemies, with the fortresses.
The fortresses were built around 1354 by the della Scala dynasty and  are a beautiful example of fourteenth century military architecture.
The Castle “Della Villa” known as "Romeo’s" with its fortified wall had a defensive function. Unfortunately, the battlements have been destroyed. Of particular interest is the 5 storey tower called "Mastio" from which one can enjoy the views of the surrounding valleys.
The Castle “Bellaguardia” known as "Juliet’s" owes its name to its strategic location as a place of observation of the plain between Verona and Vicenza.
Currently, after careful restoration, the castle has been converted into a restaurant with a beautiful panoramic terrace.

Every 1st of May a medieval re-enactment called "Faida" is held in the area of the castles.  Here, actors dressed in medieval clothes,  craft workshops and  street games transport visitors into a fantastic faraway world. 




1st of May 2012 - 1° maggio 2012 



Montecchio Maggiore dista appena 4 Km da Montorso e forse Da Porto trovò l'ispirazione per la sua novella dalla visione delle due rocche scaligere, in contrapposizione tra loro, presenti a Montecchio Maggiore. Curioso, inoltre, l'accostamento tra il nome di Montecchio e quello di "Montecchi"attribuito da Da Porto alla famiglia di Romeo. 

La leggenda racconta che le famiglie Montecchi e Capuleti, acerrime nemiche, affinché si riavvicinassero nella comune missione  di difesa del territorio, fossero incaricate di gestire le rocche per conto di Cangrande della Scala, signore di Verona.
Le rocche, erette attorno il 1354 dagli Scaligeri, costituiscono un bellissimo esempio di architettura militare Trecentesca. 
Il Castello della Villa, detto "di Romeo", con la cinta muraria  costituiva un complesso fortificato con funzione difensiva. Purtroppo, la merlatura è andata distrutta. Di particolare interesse la torre della "Mastio" che si sviluppa su cinque piani e dalla cui sommità si gode la vista sulle vallate circostanti.
Il Castello Bellaguardia, detto "di Giulietta" deve il suo nome alla posizione strategica come luogo di osservazione della pianura  tra Verona e Vicenza sul posto più elevato del colle. Attualmente, dopo attento restauro, è stato ricavato un ristorante con terrazzo panoramico dove periodicamente  si svolgono cene con menù medioevali e figuranti in costume.

Ogni 1° maggio si svolge una rievocazione medioevale detta 
"Faida" e le vie dei castelli si riempiono di botteghe artigiane, giochi di strada e figuranti, in un'atmosfera di particolare fascino che trasporta i visitatori in un mondo lontano.



                     Romeo's Castle - Il Castello di Romeo


In Montecchio the Cathedral of San Vitale is well worth another stop. The building is imposing and dates from the late nineteenth century. Inside, the altars and the artistic works come from the ancient demolished church whose origins were prior to the year 1000.

At this point perhaps you’d like an espresso. Italians love coffee and we drink at least 2 or 3 a day. The bar “Da Golin” next to the Cathedral, in Piazza Marconi, serves a really excellent coffee!   



   Montecchio's  St. Vitale Cathedral -Il Duomo di Montecchio

Il Duomo di San Vitale in Montecchio Maggiore merita un’altra sosta. L’edificio è imponente e risale a fine ottocento. Al suo interno altari ed opere artistiche provenienti dalla Pieve demolita, che aveva origini antiche, precedenti all’anno 1000.

A questo punto forse avrete voglia di un buon caffé corroborante. Il Bar “Da Golin”, a fianco del Duomo in Piazza Marconi,  serve un caffè  davvero eccellente!




Leaving Montecchio, to return to Vicenza, one can visit the beautiful villa in the Palladian style "Cordellina-Lombardi," built for Carlo Cordellina-Molin, the famous Venetian lawyer. It seems that the villa’s paternity, long doubtful, is attributed to Giorgio Massari. In the central  salon we find a remarkable cycle of frescoes by Giambattista Tiepolo. Also particularly relevant are the original statues placed in the gardens and on the facade of the villa. 
Villa Cordellina has been the setting in 2009 for the  Bollywood movie "Kambakkht Ishq". 




                           Villa Cordellina - Lombardi

Uscendo dall’abitato di Montecchio Maggiore, per ritornare a Vicenza, troviamo la bellissima Villa in stile palladiano  “Cordellina-Lombardi”, fatta erigere da Carlo Cordellina-Molin, celeberrimo avvocato veneziano. Pare che la paternità, a lungo dubbia, sia da attribuire a Giorgio Massari. Nel salone, su cui danno le altre stanze, troviamo un mirabile ciclo di affreschi di Giambattista Tiepolo. Particolarmente rilevante è anche il corredo scultoreo originale tuttora conservato e collocato nel giardino e sulla facciata della villa.
Nel 2009 alcune riprese del film Bollywoodiano  "Kambakkht Ishq" sono state effettuate presso la villa. 



In medieval times beef was only eaten by the wealthy noble class. Today, even if we can afford it, we tend to eat less meat because too much protein isn't healthy.  In fact, experts say that one or two portions of meat a week are enough to  get the protein requirements. On hot days we usually eat  light meals and roast beef,  eaten cold, is a summertime favourite  in my home because it's light and  tasty.


Roast beef

1 kilo of beef (ask your butcher for a tender cut of good quality meat)
1 cup extra virgin olive oil
1 sprig of rosemary
2 cloves of garlic
1 knob of butter
Splash of balsamic vinegar  or white wine
Salt and pepper






Heat oil with garlic and rosemary in a pot, put the meat in the pot and seal each part using two wooden spoons, never use forks. In fact, the meat must not be punctured, or the escape of fluids would make it dry and stringy. Sprinkle with pepper and splash with the vinegar or the wine. The meat should form a crust around it and should be cooked, in a covered pot, just 18 minutes for each kilo of meat. You must  calculate the exact time-to-weight ratio. Finally salt the roast beef  on the surface, remove from pot and place for about twenty minutes between two plates, with a weight on it. In this way the blood comes out. I've got my way of doing this: I usually use a heavy flat rock that  I keep for this purpose.  I wrap it in a clean plastic bag and then I put it straight upon the meat. Heat up the oil in the pot and add a knob of butter, let the water evaporate and then filter.  Slice the roast beef with a long and sharp knife. Serve  the beef in slices and  accompany with  the  sauce (hot or cold).







In epoca medievale le carni bovine venivano consumate soltanto dalle classi nobili e facoltose. Oggi le cose sono decisamente cambiate e, anche se la carne ce la possiamo permettere, tendiamo a limitarne l’uso perché troppe proteine fanno male. Infatti, gli esperti dicono che una o due porzioni di carne alla settimana sono sufficienti per un giusto apporto di proteine​​In estate si ha voglia di mangiare cose non troppo elaborate, ma allo stesso tempo gustose; il manzo arrosto,  mangiato freddo, è perfetto  per contrastare il grande caldo di questi giorni.



Manzo Arrosto

1 Kg noce di manzo (o pezzo similare)
1 bicchiere d'olio extra vergine d'oliva
1 rametto di rosmarino
2 spicchi d'aglio
1 noce di burro
Spruzzata di aceto balsamico o vino bianco
Sale, pepe



Riscaldare l’olio con l’aglio e il rosmarino in una pentola, ponetevi la carne e sigillare ogni parte utilizzando due cucchiai di legno, e mai le forchette. Infatti la carne non deve essere bucata, altrimenti la fuoriuscita dei suoi liquidi  la renderebbe asciutta e stopposa.  Pepare e spruzzare con  l’aceto. La carne deve formare una crosticina tutt’intorno e va cotta, a pentola coperta,  esattamente 18 minuti per ogni chilo di carne. Calcolate quindi con esattezza il rapporto peso-tempo. In ultimo salare l’arrosto in superficie, toglietelo dalla pentola e mettetelo per una ventina di minuti tra due piatti, con un peso sopra perché esca il sangue. Per fare ciò io di solito uso un sasso pesante che tengo per questo scopo. Lo avvolgo in un sacchetto di plastica pulito e lo metto direttamente sulla carne.
Fare ristringere il fondo di cottura, aggiungendo una noce di burro  e filtrare. Affettate l’arrosto con un coltello lungo e molto affilato. Servitelo a fette, accompagnandolo con il suo sugo (caldo o freddo). 



                             Delicious slices of roast beef 

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