2013/02/28

Farewell, Pope Benedict




Yesterday in Rome, along with about 150.000 others, I saw Pope Benedict XVI during his last General Audience. Normally the Wednesday audiences are held in the Nervi Hall, but in order to allow a wider participation of the faithful, the last hearing took place in St. Peter's Square.

We arrived very early in Rome and before 7 o’clock we were waiting to get into St. Peter's Square. We had to go through the metal detectors that were placed under the colonnades so we only made it into the beautiful square after about 2 hours. At that point there was already quite a crowd in the square and so we found place very far from where the pope would’ve been. All the same I was happy, the sun was shining and I was really excited to be where I was. I felt I was living a great and unique event. People from all over the world where in the piazza waving their countries’ flags and raising banners with words of support and thanks. Spontaneous chants were heard from every corner of the square and the atmosphere was cheerful and festive.



At about 10.40 a roar went up from the crowd when Pope Benedict XVI made ​​his entrance. The frail, shy pope greeted the crowd with open arms and sat under the white structure located on the front of the Basilica. I could see everything from the big screen that was on my left. During the reading of his final speech, the pope was interrupted several times by applause and many were the people who were moved. Referring to his resignation  he said: “Loving the Church also means having the courage to make difficult, painful choices, always keeping the good of the Church in mind and not ourselves” and: “I am not abandoning the cross but I am remaining in a new way next to the Crucified Lord”. Talking about the Church Pope Benedict said: “The Church is not an organisation, not an association for religious or humanitarian ends, but a living body”. 

When on February, 11 I heard the Pope's decision to resign I was surprised and dismayed, as I think many of you. I didn’t think this could happen. Now I know that it’s possible for a pope to resign; the Code of Canon Law mentions it: “Should it happen that the Roman Pontiff resigns from his office, it is to be required for validity that the resignation be freely made and properly manifested, but it is not necessary that it be accepted by anyone”.

Throughout history, resignation has occurred several times, the most recent is that of Gregory XII who was elected pope in 1406 in the difficult period of the Great Schism in Rome and stepped down from his post in 1415. It seems, however, that only another pope, Celestine V, has abdicated willingly and on his own accord; others were forced to do so for various reasons.


Joseph Ratzinger, 86 years on April 16th, is the 265th pope and was elected April 19, 2005, after the death of Pope John Paul II. His pontificate has  ended today 28 February 2013 as he personally announced in Latin on 11 February 2013 during an ordinary public consistory in the presence of a large number of cardinals. He said: "After having repeatedly examined my conscience before God I have come to the certainty that my strengths, due to an advanced age, are no longer suited to an adequate exercise of the Petrine ministry”.

Pope Benedict XVI has resigned citing health reasons, although there are many who say that the real reasons were not revealed. Whatever the reasons for the resignation of Pope Benedict I think he demonstrated a great act of courage. 

I have visited Rome many times and consider it, without a doubt, the most beautiful city in the world. Walking around Rome is like being in an open air museum: you breathe beauty, art and history in every step you take. Around every corner you’ll discover one thing after the other. Rome has so much to offer and the Romans, moreover, make your stay in the eternal city wonderful because they’re extremely friendly and hospitable.



The beautiful cobblestone St. Peter’s Square where we were yesterday was designed by Gian Lorenzo Bernini between 1656 and 1667 and is considered one of the masterpieces of Baroque architecture. The spectacular oval of the elegant colonnade symbolizes the universal embrace of the Church towards the faithful. 

The election of the new pope should be fulfilled before Easter (March 31, 2013). The  Papal Conclave, for the election of the new pope, will take place in the Sistine Chapel, as always. The chapel takes its name from Pope Sixtus IV who commissioned the restoration of the old Cappella Maggiore  between 1475 and 1481. When in Rome, the Sistine Chapel is a must see because it houses masterpieces of artists such as Botticelli, Perugino and  Ghirlandaio.  Michelangelo’s “Last Judgement” fills the altar wall and is believed to be his crowning achievement in painting. The vault was also frescoed by Michelangelo who was forced to work in laborious and unnatural positions in order to do so.






Ieri mi trovavo a Roma ed assieme ad altre migliaia e migliaia di  persone ho visto Papa Benedetto XVI durante la sua ultima udienza generale del mercoledì. Normalmente le udienze del mercoledì si tengono presso l’Aula Nervi,  ma per consentire una più ampia partecipazione di fedeli l’ultima udienza è avvenuta, appunto, in Piazza San Pietro.

Siamo arrivati molto presto e già prima delle 7,00 eravamo in attesa di poter entrare in Piazza San Pietro. Il passaggio attraverso i metal detector posti sotto il colonnato  hanno, naturalmente, ritardato il nostro ingresso nella bellissima piazza. Ad ogni modo, dopo circa 2 ore, ce l’abbiamo fatta. Purtroppo, a quel punto c’era già moltissima gente e noi eravamo molto lontani dal sagrato dove sarebbe stato il papa; pazienza. Il tempo ero bello, splendeva il sole ed io ero felice di trovarmi lì; mi sentivo partecipe di un evento grande ed unico. Persone provenienti da tutto il mondo sventolavano le bandiere dei loro paesi e alzavano striscioni con parole di supporto e di ringraziamento. Cori spontanei partivano da ogni angolo della piazza e l’atmosfera era gaia e festosa.


Alle 10,40 circa un boato si levò dalla folla quando Papa Benedetto XVI fece il suo ingresso. Il fragile e timido pontefice salutò la folla a braccia aperte e si accomodò sotto la struttura bianca posta sul sagrato della Basilica. Io potevo seguire tutto dal maxi schermo che si trovava alla mia sinistra. Durante la lettura del suo discorso il papa venne interrotto più volte dagli applausi e molte erano le persone che si commossero.  Della sua rinuncia disse:“Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi” e ancora: “Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”. Della Chiesa disse: “non è un’organizzazione o un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti”.  


Quando l’11 febbraio ho appreso la decisione del Papa di rassegnare le dimissioni sono stata sorpresa e costernata, come penso anche molti di voi. Non pensavo che ciò potesse accadere. Ora so che tale possibilità è prevista dal Codice di Diritto Canonico. Ecco quello che recita il brano contenuto nel capitolo  de  “Il Romano Pontefice e il Collegio dei Vescovi”:  “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”.





Photo by courtesy of S. Negrari

Nel corso della storia la rinuncia al pontificato è avvenuta diverse volte, l’ultima risale al  1415 e riguarda Papa Gregorio XII (1406-1415) che venne eletto papa nel difficile periodo dello Scisma d’Occidente a Roma.  Pare, comunque, che solo un altro papa, e cioè Celestino V,  abbia abdicato di sua spontanea volontà; gli altri sono stati costretti a farlo per vari motivi.

Joseph Ratzinger, 86 anni il prossimo 16 aprile,  è il 265° papa ed è stato eletto il 19 aprile 2005, dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II.
Il suo pontificato è terminato alle ore 20,00 di oggi 28 febbraio 2013 come egli ha personalmente annunciato in latino alle ore 11,46 dell’11 febbraio 2013 durante il concistoro.
Ecco le sue parole: “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.

Papa Benedetto XVI si è dimesso adducendo motivi di salute anche se sono molti a dire che le vere ragioni non sono state svelate. Qualunque siano le ragioni delle dimissioni di Papa Benedetto io penso che la scelta sia stata molto coraggiosa e profondamente umana.

A Roma ci sono stata molte volte e la considero, senz’ombra di dubbio, la città più bella al mondo. Qui sembra di camminare in un museo a cielo aperto dove ad ogni passo si respira la storia con la “S” maiuscola. Soggiornare a Roma è meraviglioso; la città eterna ha veramente molto da offrire e i romani sono estremamente cordiali ed ospitali.



The Bavarian brass band that played  for Pope Benedict




Piazza San Pietro, che ieri ci ha accolto, progettata da Gian Lorenzo Bernini tra il 1656 ed il 1667, è considerata uno dei capolavori dell’architettura barocca. Lo scenografico ovale del colonnato simboleggia l’abbraccio che la chiesa rivolge ai suoi fedeli.

L’elezione del nuovo pontefice dovrebbe avverarsi prima di Pasqua (31 marzo 2013). L’importante sede del conclave è la Cappella Sistina, così chiamata perché costruita per volere di Papa Sisto IV tra il 1475 e il 1481. La Cappella Sistina è una delle tre Cappelle Papali del Palazzo Apostolico Vaticano ed è inserita nel percorso dei Musei Vaticani. Ospita i grandi capolavori di Botticelli, Perugino, Ghirlandaio e molti altri. Il “Giudizio Universale” di Michelangelo, grandiosa composizione amata e celebrata in tutto il mondo,  riempie la parete retrostante l’altare. Gli affreschi della volta sono anch’essi opera di Michelangelo che li realizzò dal 1508 al 1512, lavorando per lungo tempo in posizioni faticose ed innaturali.


When in Rome, eat as the Romans do


Here are two typical Roman dishes



"Saltimbocca alla romana"

Ingredients for 4 people

500 g  tender veal cutlets
100 g  raw ham (prosciutto crudo)
sage leaves
50 g butter
50 g white flour
Some dry white wine
Salt and pepper

Prepare the meat removing any gristle and fat from the cutlets. Beat them with a meat mallet and then cover each cutlet with a slice of “prosciutto” and a sage leaf and fasten with a toothpick. Melt the butter or, if you prefer, the oil in a non-stick pan. Flour the meat on both sides and put it in the pan as soon as the butter starts to brown. Add salt and pepper according to your taste and let cook for a couple of minutes per side. At this point splash the meat with the wine and let it evaporate. Put the meat and its sauce on a dish and serve immediately. 



Quando siete a Roma, mangiate come i romani

"Saltimbocca alla romana"

Ingredienti per 4 persone

500 g vitello tenero tagliato a fettine
100 g prosciutto crudo  
foglie di salvia
50 g burro
50 g farina bianca
Poco vino bianco secco
Sale e pepe

Preparate la carne togliendo eventuali nervetti e grasso dalle fettine. Battetele con il batticarne, aiutandovi con della carta da forno,  e quindi coprite ogni fettina con una fetta di prosciutto e una foglia di salvia che fisserete con uno stecchino. Fate fondere il burro o, se preferite, l’olio in una padella antiaderente. Infarinate le fettine da entrambi i lati e aggiungetele al burro appena questo comincia a dorare. Salate e pepate secondo i vostri gusti e lasciate rosolare le fettine per un paio di minuti per lato. A questo punto spruzzate la carne con un po’ di vino e quando questo sarà evaporato togliete le fettine dalla padella e disponetele su un piatto da portata con la loro salsina. Servite immediatamente. 





Spaghetti alla Carbonara 

Ingredients for 4 people

300 g spaghetti
150 g bacon
50 g grated parmesan cheese
3 egg yolks 
pepper

To make “carbonara” the best pasta is  spaghetti, but it will be equally good if you use other types of pasta such as vermicelli or bucatini. The original recipe calls for “guanciale” (cheek lard) instead of bacon and pecorino cheese instead of parmesan. I prefer bacon because it is less fatty and parmesan cheese because it gives the pasta a milder taste.

Fill a  large stockpot with water and bring it to a boil. Salt the water and add the spaghetti, stir a little. If your pot isn’t tall enough just hold the top of the spaghetti with your hand for a few moments. The pasta will slide in the pot as soon as the underwater portion softens, never break spaghetti. 
In the meantime prepare the sauce. Cut the bacon into strips or cubes, cook in a pan until slightly crisp with a little olive oil. Remove from heat and set aside. 
Beat the eggs in a bowl and add half a teaspoon of freshly ground black pepper. Blend in half of the grated cheese. Set aside.
When the spaghetti are ready drain immediately, put them into the pan with the hot bacon and stir a little, then transfer the pasta into the bowl with the eggs and the cheese. Mix very well.  Sprinkle the remaining cheese on the spaghetti and serve immediately


Spaghetti alla carbonara

Ingredienti per 4 persone

300 g spaghetti
150 g pancetta affumicata
50 g grana grattugiato
3 tuorli 
Pepe

La ricetta originale prevede l’uso del guanciale e il formaggio pecorino, ma io preferisco usare la pancetta affumicata che è meno grassa ed il grana padano perché più dolce.

Tagliate la pancetta a cubetti e cuocetela in una padella antiaderente con un po’ di olio d’oliva. Lasciate cuocere fino a quando diventerà leggermente croccante. Togliete dal fuoco e tenete da parte. In una ciotola sbattete le uova e unite abbondante pepe nero macinato al momento e metà del formaggio. Mescolate il tutto molto bene e tenete da parte. Cuocete  gli spaghetti al dente, scolateli e versateli nella  padella con la pancetta ben calda, girate  e poi trasferite il tutto nella ciotola contenente l’uovo e il formaggio. Amalgamate tutto molto bene aggiungendo il rimanente formaggio ed eventualmente dell’altro pepe. Servite immediatamente. Negli spaghetti alla carbonara l’uovo non deve cuocersi; è fondamentale, quindi,  aggiungerlo dopo avere spento la fiamma  e condito gli spaghetti con la pancetta. 


2013/02/23

Winter Sunday lunch




In the last 15 days it snowed twice and tomorrow, Sunday, more snow is expected. In the playground in front of my house and along the roadsides there are still piles of snow that has not had time to melt. The temperature is definitely "FREeezing" and so for Sunday lunch I’ll prepare something hearty and substantial. Then, a walk through the snowy woods will conciliate perfectly with the post- prandial phase. 




Negli ultimi 15 giorni è nevicato 2 volte e anche domani, domenica, è prevista la neve. Nel parco giochi di fronte a  casa e ai bordi delle strade ci sono ancora mucchi di neve che non ha fatto in tempo a sciogliersi. La temperatura è decisamente da “BRRRividi” e quindi per il pranzo della domenica preparerò qualcosa di robusto e sostanzioso che bene si adatta al clima invernale. Poi, una bella passeggiata per il bosco innevato concilierà alla perfezione la fase post prandiale.




"Bigoli with white ragù" (meat sauce)

Ingredients for 4/6 people:

500 g fresh Bigoli 500 (or 300/400 g dried pasta)
300 gr minced meat (veal and chicken breast)
1 shallot or small white onion
1 sprig rosemary 4 sage leaves, finely chopped
½ cup olive oil EVO (extra virgin olive oil)
½ cup dry white wine
50 g parmesan cheese
Salt and pepper

Bigoli are widespread in the Veneto, of rural tradition they are prepared with flour, eggs, water and salt. They resemble thick spaghetti, 25-30 cm long and with a diameter of 2.5 mm and are made using a press, said "Bigolaro. I must admit that I personally do not make homemade bigoli and I buy them at the supermarket. If you do not find bigoli in your area your can use thick spaghetti.

Finely chop the shallot, rosemary and sage and fry gently with the oil in a pan. Add meat and brown, stirring to divide and break up the meat, salt and pepper to taste. Pour the wine and let evaporate over a low heat. Add a few ladles of hot water, cover the pan with a lid and cook on low heat for about 2 hours. After this time, take off the lid and let the water evaporate.
Bring the water for cooking the bigoli to a boil, salt it and then cook the pasta “al dente” (normally about 10 minutes). Drain the bigoli, blend with the meat sauce and sprinkle with the parmesan cheese.



"Bigoli al ragu’ bianco"

Ingredienti per 4/6 persone:

500 gr bigoli freschi (o 300/400 gr pasta secca)
300 gr carne macinata (vitello e petto pollo)
1 scalogno
1 rametto rosmarino  e 4 foglie di salvia tritate finemente
½ bicchiere olio EVO (extra vergine d’oliva)
½ bicchiere vino bianco secco
50 gr formaggio grana
Sale e pepe

I bigoli, molto diffusi in Veneto, sono di tradizione contadina e vengono preparati con farina, uova, acqua e sale.  Assomigliano a dei grossi spaghetti, lunghi 25-30 cm e con un diametro non inferiore a 2,5 mm e  per la loro realizzazione si utilizza un torchio detto “bigolaro. Pur avendo un torchio in famiglia devo ammettere che non li faccio personalmente e mi limito ad acquistarli al supermercato; devo dire, tra l’altro, che ce ne sono di molto buoni in commercio. Se nelle vostre zone non trovate i bigoli potete tranquillamente utilizzare degli spaghetti grossi.

Tritate finemente lo scalogno, il rosmarino e la salvia e soffriggete dolcemente il tutto con l’olio in una padella. Aggiungete la carne  e fate rosolare, mescolando per dividere e spezzettare la carne, salare e pepare a piacere. Versate il vino e lasciate sfumare a fuoco dolce. Unite qualche mestolo di acqua calda, coprite la teglia con un coperchio e lasciate cuocere a fuoco dolce per circa 2 ore. Trascorso questo tempo, scoperchiate e lasciate evaporare l’acqua.  
Cuocete i bigoli in abbondante acqua salata, scolateli al dente  (di solito circa 10 minuti), conditeli con il ragù e spolverizzate con il formaggio grana.



"Pheasant and pork skewers with polenta"

Ingredients  for 8 people: 

1 pheasant, or chicken,  cut into small pieces (about 14)
600/700 g of lean pork, soft, slightly streaked with fat, cut into about 14 pieces
5 slices of lard cut into small pieces (about 40)
80 leaves of sage
Olive oil
Salt and pepper
Slices of polenta
Skewer sticks

Clean and chop the pheasant into small pieces. Cut the pork into small pieces and slice the lard.
Prepare the lard, wrapping each slice between two sage leaves and set aside. Prepare the skewers alternating pieces of meat with a slice of lard till you finish all the ingredients. Place the skewers in an oven pan, salt and pepper and distribute any left-over slices of lard and a few sage leaves over the skewers. Pour a little olive oil. Put the lid and bake at 200 degrees C for about two hours or until the meat is tender, occasionally pour on the meat the oil that’s at the bottom of the pan. Uncover the pan, remove the skewers  and let the meat brown. Turn off the oven leaving the pan there. At this point there’ll be quite a lot of oil on the bottom of the pan. Scoop up a few ladles of oil and strain it, then put the oil in a non-stick pan with some other sage leaves and heat it. When the oil is hot fry the slices of polenta, previously toasted on a griddle,  for 3 or 4 minutes per side. When you have finished frying the polenta put it in the oven with the meat.  Serve the meat and polenta hot. 


"Spiedini di faraona e maiale al forno" con  “poenta onta”

Ingredienti per 8 persone:

1 faraona tagliata in piccoli pezzi (circa 14)
6/7 etti di polpa di maiale, morbida leggermente venata di grasso,  tagliata in circa 14 pezzi
5 fettine di lardo che taglierete in pezzetti (circa 40)
80 Foglie di salvia
Olio d’oliva
Sale e pepe
Fettine di polenta (precedentemente abbrustolite)  
Bastoncini da spiedo 

Pulite e tagliate a pezzi la faraona. Fate i pezzi che possano essere infilzati in uno spiedo. Tagliate il maiale in piccoli pezzi e affettate il lardo. 
Preparate il lardo, avvolgendo ogni fettina tra due foglie di salvia e tenete da parte. Componete gli spiedini alternando i pezzi di carne con una fettina di lardo fino ad esaurire tutti gli ingredienti. Collocate gli spiedini in una teglia da forno, salate e pepate e distribuite eventuali fettine di lardo avanzate e qualche foglia di salvia sopra gli spiedini. Versate un filo d’olio. Mettete il coperchio e infornate a 200° per circa due ore o fino a che gli spiedini non sono diventati teneri, ogni tanto bagnando la carne con il suo condimento.  Scoperchiate, togliete gli stecchini e fate dorare la carne.  Spegnete il forno e lasciate la teglia al caldo. Avrete a questo punto un bel po’ di olio sul fondo della teglia. Con un mestolo raccoglietene un po’ e filtratelo, mettetelo in una padella antiaderente con delle foglie di salvia. Scaldate l’olio e friggete le fette di polenta,  che avrete già precedentemente abbrustolito su una piastra, 3 o 4 minuti per lato. Man mano che saranno pronte mettetele nella teglia con la carne che avrete tenuto al caldo nel forno. Servire il tutto ben caldo.  


And, finally, a dessert.

"Orange  and walnut Cake"

Ingredients:

160 g flour
120 g sugar
2 large eggs + pinch salt
125 ml milk
60 ml orange juice
Grated zest of 1 orange
60 g butter
100 g walnuts
16 g powder yeast

For the icing:

150 g dark chocolate
2/3 tablespoons milk

Mix the softened butter, sugar, eggs, milk, juice and grated rind of an orange. Mix everything well and add the flour, baking powder and broken-up walnut pieces. In a rectangular baking pan lined with parchment paper or greased (I use a silicone mold and so this operation is not necessary) pour the mixture. Bake at 180 ° C for 40 minutes. When the cake has cooled cover with the icing that you’ll have prepared by melting the chocolate in a double boiler with a little milk.




E, per finire, un dolce che ho visto fare nella trasmissione “La prova del cuoco”, con alcune modifiche.

“Dolce all’arancia”

Ingredienti:

160 g farina
120 g zucchero
2 uova grandi
125 ml latte
60 ml succo di arancia
Scorza grattugiata di 1 arancia
60 g burro
100 g gherigli di noci
1 bustina di lievito

Per la glassa: 

150 g cioccolato fondente
2/3 cucchiai di latte

Frullare il burro morbido, lo zucchero, le uova, il latte, succo e scorza grattugiata di un’arancia. Amalgamare tutto bene ed aggiungete la farina, il lievito e i gherigli di noce. In una teglia da “plum cake” foderata con carta forno o imburrata (io uso uno stampo al silicone e quindi quest’operazione non è necessaria) versare il composto ottenuto. Cuocere a 180° C per 40 minuti. Quando il dolce si è raffreddato spalmatelo con la glassa che avrete fatto facendo sciogliere a bagno maria il cioccolato con un po’ di latte.  




2013/02/12

Tsunami Tour - Vicenza February 9, 2013






Yesterday, February 11, 2013, is certainly a day I will remember. I wanted to tell you about Beppe Grillo, but after learning the news of Pope Benedict XVI I couldn’t concentrate on anything else.

In the early morning, moreover, it began to snow and it continued throughout the day and night with the result that now we are submerged. I just came inside after shoveling quite a bit of snow from the chute of my garage. Even though I’m literally exhausted I’m going to write about Beppe Grillo’s political rally.

The "Tsunami Tour" stopped in Vicenza Saturday, February 9, and a overwhelming crowd gathered in the city’s main square to listen to Beppe Grillo, leader of the political party "Five Star Movement".

I went there mainly to see Grillo, the extraordinary  and volcanic protagonist of stages and squares. When I arrived the Piazza was already packed and I struggled a bit to find a place: the local newspaper reported that there were 7000 people in the square.

I don't agree with all the points of Grillo's program but I'm certainly for a change of the current political class. I'm tired and disappointed of politicians who have not worked for the population but for their own interests. 

Workers and pensioners have been the hardest hit by the sacrifices imposed by the Government, while  politicians have not given up anything. The economic and social situation is really dramatic, with incomes cut to the bone, rising unemployment and the fall in consumption.

We from Vicenza, all know that until a few years ago our city exported more than the entire Greece and we were proud of it. Now the crisis has forced many small and medium businesses also in Vicenza to close down. The Public Administration has quiet a lot of the responsibility because it does not pay its debts. The insolvency of the Public Administration, in fact, added to the credit crunch from banks, has pushed many Italian businesses to the brink of bankruptcy. Furthermore, we cannot forget the suicides of many small business entrepreneurs who have been left alone and have not been able to cope with the weight of the crisis.

The elections are coming up and I really hope there'll be some change. We need a political class worthy of this name able to administer with honesty and equity: an utopia?







Ieri, 11 febbraio 2013, è stata una giornata molto particolare. Volevo raccontarvi del comizio di Beppe Grillo, ma dopo aver appreso la notizia di Papa Benedetto XVI non sono riuscita a concentrami su  nessun'altra cosa.

Nella prima mattinata, inoltre, è cominciato a nevicare e ha continuato per tutto il giorno e la notte con il risultato che ora ne siamo sommersi. Sono da poco rientrata in casa dopo aver spalato un bel po’ di neve dallo scivolo del mio garage. Anche se sono letteralmente sfinita ho deciso ugualmente di scrivere  del comizio di Beppe Grillo.

Lo “Tsunami Tour” di Beppe Grillo ha fatto tappa a Vicenza sabato 9 febbraio e una folla travolgente si è riversata in Piazza dei Signori per ascoltare il leader del Movimento Cinque Stelle.

Io ci sono andata soprattutto per vedere questo straordinario ed effervescente mattatore dei palcoscenici e delle piazze. Quando sono arrivata la piazza era già gremita e ho faticato un po’ a trovare posto: il giornale locale riporta che in piazza c’erano 7 mila persone. Personalmente non ho mai visto così tante persone accalcate nella principale piazza della città per ascoltare un comizio.

Sono in disaccordo su alcuni punti del programma del MPS anche se in piazza le cose dette da Grillo, o forse è più esatto dire “urlate”, sono condivisibili. Naturalmente la prima cosa da fare è cambiare l’attuale classe politica: siamo tutti delusi e stanchi di chi non ha lavorato per il bene degli italiani, facendo soltanto il proprio interesse.

I sacrifici sono stati sopportati solamente dai lavoratori e pensionati italiani, mentre i nostri politici non hanno rinunciato a nulla. Ora la situazione economica e sociale è veramente drammatica, con i redditi ridotti all’osso, la disoccupazione  in aumento e  il crollo dei consumi.  

Noi Vicentini sappiamo tutti che fino a qualche anno fa la nostra amata città esportava più dell’intera Grecia e ne eravamo fieri. Ora la crisi ha obbligato molte piccole e medie industrie anche nel vicentino a chiudere i battenti. Lo Stato ha delle responsabilità in merito in quanto non paga i suoi debiti. L’insolvenza dello Stato, infatti, sommato alla stretta creditizia da parte delle banche hanno fatto fallire non poche aziende italiane. Non possiamo dimenticare, inoltre, i suicidi di molti piccoli imprenditori che sono stati lasciati soli e non hanno retto il peso della crisi.

Le elezioni sono alle porte ed io sogno un’Italia forte ed aperta al cambiamento con una sana classe politica degna di tale nome che sappia amministrare con onestà ed equità: un utopia? 



Photos by courtesy of Mr. M. Pasqualotto

2013/02/07

Fat Thursday in Venice

                     
    Venice: a minor canal                        


Venice is about 70 km south-east from Vicenza and the easiest way to get there is by train. The Venetian station of Santa Lucia is practically on the Grand Canal and it only takes about 40 minutes to walk to St. Mark’s Square. On your way back I suggest a comfortable boat ride.

The watery city is beautiful and charming in all seasons but I prefer it in the early Spring when there are less tourists and you can wander around in a quieter atmosphere. On April 7th, a good opportunity to discover Venice in a different way is to participate in the non-competitive walk “Su e zo dai ponti” (up and down bridges) that goes through “calli” (streets) and “campi” (squares) rarely seen by tourists.


                                 
          In St. Mark's Square                           



      Gondola service                              

Venezia si trova a circa 70 km da Vicenza e il modo più facile per raggiungerla è con il treno; la stazione di Santa Lucia si trova praticamente sul Canal Grande! Dalla stazione si arriva a Piazza San Marco a piedi in circa 40 minuti. Suggerisco la passeggiata nell’andata e il vaporetto al ritorno.  Secondo me la strada migliore per raggiungere San Marco a piedi è quella che passa davanti alla chiesa dei Santi Geremia e Lucia.

La città lagunare è bella ed affascinante in tutte le stagioni anche se io preferisco andarci verso fine inverno-inizio primavera quando c’è un minor afflusso di turisti e l’atmosfera è molto tranquilla. In primavera si svolge la “Su e zo per i ponti”, una marcia non competitiva adatta a tutti e che si snoda tra le calli e i campi meno conosciuti di Venezia. Se volete scoprire una Venezia diversa questa è l’occasione buona.



Venetian masks                   

Today the weather in Venice was cold but sunny and it was absolutely fantastic strolling to St. Mark’s Square from the railway station. To be honest, considering that today is “Fat Thursday”, I really thought there would’ve been much more people. Many persons were dressed up in beautiful costumes and I managed to get some nice photos of them.

The carnival season kicks off straight after the Epiphany, from Jan. 7th to Shrove Tuesday. The festivities are, however, concentrated in the last two weeks before Ash Wednesday; this year: February 2 to 12.

In the Vicenza area there are many float parades, costume contests, masked balls, concerts, etc. but the most beautiful and sought after carnival is definitely that of Venice, which draws countless tourists from all over the world. The origin of the carnival in Venice began in the eleventh century when people celebrated in St. Mark’s Square the victory of the Doge over Ulrico, Patriarch of Aquileia.

Masks have always played a leading role in the Venetian society and there was a time when Venetians wore masks almost all year round, and not just for special occasions. Masks were so popular that they started appearing at the Carnival of Venice in 1268. With the wearing of masks social divisions were abolished and the wearer’s identity was protected even during activities of questionable nature.  In 1600 the Venetian government, believing that mask wearing favoured illicit and illegal activities, imposed rules that limited the use of masks only in the days of carnival and public holidays.   
The most typical Venetian mask was the “Bauta”, a white half-mask worn with a black hat with three tips (tricorno) and a black cloak. This inexpressive mask allowed the wearer to eat and drink without having to remove it and  was worn both by women and men because it conferred complete anonymity. 

In 1797, with the Treaty of Campoformio, Napoleon handed Venice and the Veneto over to Austria and the carnival celebrations were banned for fear of rebellion.
After two centuries, in 1979, the carnival was revived, becoming in short time an international event.





2013 - Venetian Carnival






Oggi il tempo a Venezia era freddo, ma soleggiato. Mi aspettavo di vedere molta più gente anche in considerazione del fatto che oggi è “Giovedì Grasso”; forse la crisi è arrivata anche qui. C’erano, comunque tante maschere da fotografare, come potete vedere.


Se è pur vero che “l’Epifania ogni festa porta via” il giorno dopo si pensa già a coriandoli e maschere dato che si entra nel periodo di carnevale. I festeggiamenti veri e propri, comunque, si concentrano nelle ultime due settimane che precedono le Ceneri, quest’anno dal 2 al 12 febbraio.

Nella zona di Vicenza ci sono molte sfilate di maschere e carri allegorici per la gioia soprattutto dei piccini, ma il carnevale più bello e ricercato è sicuramente quello di Venezia che richiama gente da ogni parte del mondo. Sembra che l’origine del carnevale nella città lagunare abbia avuto inizio nel XI secolo quando il doge sconfisse il patriarca di Aquileia. Considerata la festa dell’allegria per eccellenza, il tema del carnevale di Venezia quest’anno è “Vivi i colori”.

Venezia è la città delle maschere; ovunque negozi e botteghe espongono questi affascinanti oggetti  che un po’ raccontano la storia della città. L’usanza di indossare le maschere a carnevale è molto antica, ma è a Venezia che si diffonde la moda di utilizzarle per nascondere la propria identità nelle situazioni più scomode anche fuori dal periodo carnevalesco. La “Bauta” è la maschera più semplice e diffusa di Venezia ed è  quella che maggiormente  permetteva un anonimato completo.  Gli elementi che la caratterizzano sono la maschera bianca con il pizzo sotto la base e il cappello a tricorno per nascondere il volto e  l’ampio mantello nero per nascondere il corpo. Inespressiva e anonima, la “bauta” veniva indossata sia da uomini che da donne anche a teatro e durante le feste.  Nel 1600 il governo di Venezia decise di limitare l’uso delle maschere solo durante le celebrazioni del Carnevale e le feste pubbliche. 

Il carnevale ufficiale terminò nel 1797 quando, con il trattato di Campoformio, Napoleone cedeva Venezia all’Austria che bandì le usanze locali per paura di ribellioni. Nel 1979, dopo due secoli, questo antichissimo e splendido carnevale è tornato ad essere una vera e propria istituzione ed un evento a livello internazionale.




A witty "mountaineer" from Asiago (Vicenza) present at the carnival to promote the Cross Country Skiing Master World Cup (Asiago – February 14 to 22, 2013)

Uno spiritoso "montanaro" da Asiago (Vicenza) presente al carnevale di Venezia per promuovere i Campionati Mondiali Masters di sci nordico in programma dal 14 al 22 febbraio 2013.





During the carnival 
of Venice one cannot miss eating the traditional cakes called “frittelle”, or “Fritole” in Venetian, perhaps with a good coffee or warm chocolate. In all the region,  pastry shops and bakeries display trays of tempting frittelle: with cream, zabaione or just plain with raisins.  Here is my recipe for these tasty treats.


Ingredients


1 litre of fresh milk
250 g fine semolina
5 eggs
1 lemon
1 orange
50 g sugar
100 g raisins
50 g pine nuts
100 g flour
2 tablespoons brandy or rum
Salt
1 litre of peanut seed oil

In a saucepan, boil the milk and then pour in the semolina that you’ll cook for 2-3 minutes using a whisk and stirring constantly. Cool the semolina. Meanwhile put the raisins to soak in warm water for at least 10 minutes, then wash and dry and sprinkle with brandy. Wash the lemon and orange, dry them and then grate the zest. Separate the yolks from the whites.
Stir into the semolina the egg yolks with a little salt, the lemon and orange zest, sugar, raisins, pine nuts and flour. Mix everything very well with a wooden spoon. Whip the egg whites and a pinch of salt with an electric mixer until stiff  and incorporate into the semolina very gently, stirring from the bottom up.

Heat the oil in a pan and when hot, pick up the batter with a teaspoon and, using your thumb, slide the batter into the hot oil. To find out if the oil has reached the right temperature put the end of a wooden spoon into the oil: if the oil bubbles rapidly around the wooden handle, them  it means the oil is ready. Fry few “frittelle” at a time for about 3-4 minutes or until golden on both sides. With the help of a fork, turn the frittelle a few times to cook evenly. If the oil gets too hot and the frittelle burn, lower the heat slightly. When cooked, pick up the frittelle with a slotted spoon and place them on abundant kitchen paper so as to drain the oil. When the frittelle have cooled sprinkle with icing sugar. Frittelle are good after a few hours from cooking and I dare say even better the next day.







Durante il carnevale di Venezia non possono mancare i dolci tipici della tradizione veneziana come le frittelle dette “fritole” in veneziano. Ecco quindi la mia ricetta per preparare queste golosità.


"Frittelle  di Carnevale"


Ingredienti

1 litro di latte fresco
250 g semolino
5 uova
1 limone
1 arancia
50 g zucchero
100 g uvetta
50 g pinoli
100 g farina
2 cucchiai di grappa o rum
Sale
1 litro d’olio di semi di arachidi

In una casseruola portate a bollore il latte e poi versate a pioggia il semolino che cuocerete per 2-3 minuti utilizzando una frusta e mescolando in continuazione. Fate raffreddare il semolino. Nel frattempo mettete l’uvetta ad ammorbidire in acqua tiepida per almeno 10 minuti, poi lavatela e asciugatela e irroratela con la grappa.  Lavate il limone e l’arancia, asciugateli e poi  grattugiate la scorza. Separate i tuorli dagli albumi.
Incorporate al semolino i tuorli con un po’ di sale, la scorza del limone e dell’arancia, lo zucchero, l’uvetta, i pinoli e la farina.  Amalgamate tutto molto bene con un cucchiaio di legno. Montate a neve gli albumi e un pizzico di sale con la frusta elettrica e incorporateli al semolino molto delicatamente, mescolando dal basso verso l’alto.
Scaldate l’olio in una padella e quando è caldo, con un cucchiaino raccogliete la pastella che farete cadere nell’olio bollente. Per sapere se l’olio ha raggiunto la giusta temperatura basterà immergere nell’olio il manico di un mestolo di legno: se si formeranno delle bollicine tutt’attorno  allora si può iniziare a friggere le frittelle. Un altro metodo è quello di buttare nella padella un po’ di mollica di pane: la temperatura giusta per friggere sarà quando il pane, dopo aver toccato il fondo del recipiente, torna a galla. Friggete poche frittelle per volta per circa 3-4 minuti o fino a che risultano dorate su entrambi i lati. Aiutandovi con una forchetta girate le frittelle un paio di volte per cuocerle uniformemente. Se l’olio diventa troppo caldo e le frittelle si bruciano, abbassate leggermente la fiamma. A cottura ultimata, raccogliete le frittelle con un mestolo forato e adagiatele su dell’abbondante carta da cucina in modo che si asciughino dal grasso. Quando le frittelle si sono raffreddate spolverizzatele con dello zucchero al velo. Le frittelle sono più buone dopo qualche ora dalla cottura e oserei dire anche di più il giorno dopo.