The watery city is beautiful and charming in all seasons but I prefer it in the early Spring when there are less tourists and you can wander around in a quieter atmosphere. On April 7th, a good opportunity to discover Venice in a different way is to participate in the non-competitive walk “Su e zo dai ponti” (up and down bridges) that goes through “calli” (streets) and “campi” (squares) rarely seen by tourists.
In St. Mark's Square
Gondola service
Venezia si trova a circa 70 km da Vicenza e il modo più facile per raggiungerla è con il treno; la stazione di Santa Lucia si trova praticamente sul Canal Grande! Dalla stazione si arriva a Piazza San Marco a piedi in circa 40 minuti. Suggerisco la passeggiata nell’andata e il vaporetto al ritorno. Secondo me la strada migliore per raggiungere San Marco a piedi è quella che passa davanti alla chiesa dei Santi Geremia e Lucia.
La città lagunare è bella ed affascinante in tutte le stagioni anche se io preferisco andarci verso fine inverno-inizio primavera quando c’è un minor afflusso di turisti e l’atmosfera è molto tranquilla. In primavera si svolge la “Su e zo per i ponti”, una marcia non competitiva adatta a tutti e che si snoda tra le calli e i campi meno conosciuti di Venezia. Se volete scoprire una Venezia diversa questa è l’occasione buona.
Venetian masks
Today the weather in Venice
was cold but sunny and it was absolutely fantastic strolling to St. Mark’s
Square from the railway station. To be honest, considering that today is “Fat
Thursday”, I really thought there would’ve been much more people. Many persons were
dressed up in beautiful costumes and I managed to get some nice photos of them.
The carnival season kicks off straight
after the Epiphany, from Jan. 7th to Shrove Tuesday. The festivities
are, however, concentrated in the last two weeks before Ash Wednesday; this
year: February 2 to 12.
In the Vicenza area there are many float
parades, costume contests, masked balls, concerts, etc. but the most beautiful
and sought after carnival is definitely that of Venice , which draws countless tourists from
all over the world. The origin of the carnival in Venice began in the eleventh century when
people celebrated in St. Mark’s Square the victory of the Doge over Ulrico,
Patriarch of Aquileia.
Masks have always played a leading role in the Venetian society and
there was a time when Venetians wore masks almost all year round, and not just
for special occasions. Masks were so popular that they started appearing at the
Carnival of Venice in 1268. With the wearing of masks social divisions were
abolished and the wearer’s identity was protected even during activities of
questionable nature. In 1600 the
Venetian government, believing that mask wearing favoured illicit and illegal
activities, imposed rules that limited the use of masks only in the days of
carnival and public holidays.
The most typical Venetian mask was the “Bauta”, a white half-mask worn
with a black hat with three tips (tricorno) and a black cloak. This
inexpressive mask allowed the wearer to eat and drink without having to remove
it and was worn both by women and men
because it conferred complete anonymity.
In 1797, with the Treaty of Campoformio, Napoleon handed Venice and the Veneto
over to Austria
and the carnival celebrations were banned for fear of rebellion.
After two centuries, in 1979, the carnival was revived, becoming in
short time an international event.
2013 - Venetian Carnival
Oggi il tempo a Venezia era freddo, ma soleggiato. Mi
aspettavo di vedere molta più gente anche in considerazione del fatto che oggi
è “Giovedì Grasso”; forse la crisi è arrivata anche qui. C’erano, comunque
tante maschere da fotografare, come potete vedere.
Se è pur vero che “l’Epifania ogni festa
porta via” il giorno dopo si pensa già a coriandoli e maschere dato che si
entra nel periodo di carnevale. I festeggiamenti veri e propri, comunque, si concentrano nelle ultime due settimane che
precedono le Ceneri, quest’anno dal 2 al 12 febbraio.
Nella zona di Vicenza ci sono molte sfilate
di maschere e carri allegorici per la gioia soprattutto dei piccini, ma il
carnevale più bello e ricercato è sicuramente quello di Venezia che richiama
gente da ogni parte del mondo. Sembra
che l’origine del carnevale nella città lagunare abbia avuto inizio nel XI
secolo quando il doge sconfisse il patriarca di Aquileia. Considerata la festa
dell’allegria per eccellenza, il tema del carnevale di Venezia quest’anno è
“Vivi i colori”.
Venezia è la città delle maschere; ovunque
negozi e botteghe espongono questi affascinanti oggetti che un po’ raccontano la storia della città. L’usanza di indossare le maschere a carnevale è molto
antica, ma è a Venezia che si diffonde la moda di utilizzarle per nascondere la
propria identità nelle situazioni più scomode anche fuori dal periodo
carnevalesco. La “Bauta” è la maschera più semplice e diffusa di Venezia ed
è quella che maggiormente permetteva un anonimato completo. Gli elementi che la caratterizzano sono la
maschera bianca con il pizzo sotto la base e il cappello a tricorno per
nascondere il volto e l’ampio mantello
nero per nascondere il corpo. Inespressiva e anonima, la “bauta” veniva
indossata sia da uomini che da donne anche a teatro e durante le feste. Nel 1600 il governo di Venezia decise di limitare
l’uso delle maschere solo durante le celebrazioni del Carnevale e le feste
pubbliche.
Il carnevale ufficiale terminò nel 1797
quando, con il trattato di Campoformio, Napoleone cedeva Venezia all’Austria
che bandì le usanze locali per paura di ribellioni. Nel 1979, dopo due secoli,
questo antichissimo e splendido carnevale è tornato ad essere una vera e
propria istituzione ed un evento a livello internazionale.
A witty "mountaineer" from Asiago (Vicenza)
present at the carnival to promote the Cross Country Skiing Master World Cup (Asiago
– February 14 to 22, 2013)
Uno spiritoso "montanaro" da Asiago (Vicenza)
presente al carnevale di Venezia per promuovere i Campionati Mondiali Masters
di sci nordico in programma dal 14 al 22 febbraio 2013.
During the carnival of
Ingredients
5 eggs
1 lemon
1 orange
2 tablespoons brandy or rum
Salt
In a saucepan, boil the milk and then pour in
the semolina that you’ll cook for 2-3 minutes using a whisk and stirring
constantly. Cool the semolina. Meanwhile put the raisins to soak in warm water
for at least 10 minutes, then wash and dry and sprinkle with brandy. Wash the
lemon and orange, dry them and then grate the zest. Separate the yolks from the
whites.
Stir into the semolina the egg yolks with a
little salt, the lemon and orange zest, sugar, raisins, pine nuts and flour.
Mix everything very well with a wooden spoon. Whip the egg whites and a pinch
of salt with an electric mixer until stiff and incorporate into the semolina very gently,
stirring from the bottom up.
Heat the oil in a pan and
when hot, pick up the batter with a teaspoon and, using your thumb, slide the
batter into the hot oil. To find out if the oil has reached the right
temperature put the end of a wooden spoon into the oil: if the oil bubbles
rapidly around the wooden handle, them
it means the oil is ready. Fry few “frittelle” at a time for about 3-4
minutes or until golden on both sides. With the help of a fork, turn the frittelle
a few times to cook evenly. If the oil gets too hot and the frittelle burn,
lower the heat slightly. When cooked, pick up the frittelle with a slotted
spoon and place them on abundant kitchen paper so as to drain the oil.
When the frittelle have cooled sprinkle with icing sugar. Frittelle are good
after a few hours from cooking and I dare say even better the next day.
Durante il carnevale di Venezia non possono mancare i dolci tipici della tradizione veneziana come le frittelle dette “fritole” in veneziano. Ecco quindi la mia ricetta per preparare queste golosità.
"Frittelle di Carnevale"
Ingredienti
5 uova
1 limone
1 arancia
2 cucchiai di grappa o rum
Sale
In una casseruola portate a bollore il latte
e poi versate a pioggia il semolino che cuocerete per 2-3 minuti utilizzando
una frusta e mescolando in continuazione. Fate raffreddare il semolino. Nel
frattempo mettete l’uvetta ad ammorbidire in acqua tiepida per almeno 10
minuti, poi lavatela e asciugatela e irroratela con la grappa. Lavate il limone e l’arancia, asciugateli e poi
grattugiate la scorza. Separate i tuorli
dagli albumi.
Incorporate al semolino i tuorli con un po’ di
sale, la scorza del limone e dell’arancia, lo zucchero, l’uvetta, i pinoli e la
farina. Amalgamate tutto molto bene con
un cucchiaio di legno. Montate a neve gli albumi e un pizzico di sale con la
frusta elettrica e incorporateli al semolino molto delicatamente, mescolando
dal basso verso l’alto.
Scaldate l’olio in una padella e quando è
caldo, con un cucchiaino raccogliete la pastella che farete cadere nell’olio
bollente. Per sapere se l’olio ha raggiunto la giusta temperatura basterà
immergere nell’olio il manico di un mestolo di legno: se si formeranno delle
bollicine tutt’attorno allora si può
iniziare a friggere le frittelle. Un altro metodo è quello di buttare nella
padella un po’ di mollica di pane: la temperatura giusta per friggere sarà
quando il pane, dopo aver toccato il fondo del recipiente, torna a galla. Friggete
poche frittelle per volta per circa 3-4 minuti o fino a che risultano dorate su
entrambi i lati. Aiutandovi con una forchetta girate le frittelle un paio di
volte per cuocerle uniformemente. Se l’olio diventa troppo caldo e le frittelle
si bruciano, abbassate leggermente la fiamma. A cottura ultimata, raccogliete
le frittelle con un mestolo forato e adagiatele su dell’abbondante carta da
cucina in modo che si asciughino dal grasso. Quando le
frittelle si sono raffreddate
spolverizzatele con dello zucchero al velo. Le frittelle sono più buone dopo
qualche ora dalla cottura e oserei dire anche di più il giorno dopo.
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